L’oste di una trattoria che non trovate di certo tra i famosi 50 migliori ristoranti al mondo, mi ha mostrato un mio pezzullo di anni fa su un settimanale dove disegnavo il mio posto ideale. Più o meno la penso ancora così. Un lungo tavolone, un fratino per intendersi, di un legno consunto dal tempo. Ho sempre preferito sedermi tra gente , il cibo è convivialità non amo i luoghi “chiesa” o i posti confessionali, dove la recita del menu diventa una Messa in canto gregoriano. Oppure apprezzo i locali alla giapponese che mettono di fronte il cuoco con il cliente, soprattutto quando sono i cuochi giapponesi intenti a sfilettare il pesce.
Torniamo alla mia trattoria, sul tavolo tovagliette (dicesi runner, non so perché) di lino grezzo d’antan , calici di livello (ma non necessariamente Riedl&affini.). Le posate dovranno essere old style, pesanti senza birignao da design, che di solito sono difficili da imbragare. Insomma bando ai rosari dei patron che illustrano i loro gioielli firmati. Poi cominciamo il film della serata: un menu semplice senza conferenza stampa, di facile comprensione su cosa si mangia. Ammetto una breve parentesi sulle materie prime, ma non un racconto sul km 0 o sul “ bio , bio non avrai altro Dio” . I prodotti devono essere di certo «naturalmente biologici», così vanno bene anche senza timbri, l’onestà ha più valore.
I piatti dovranno essere semplici, non ho preclusioni su inflessioni regionali o comunali o internazionali , l’importante è che non siano creati per “stupire&divertire” ma solo per godere di ciò che si mangia, sia una pasta e fagioli o un piccione cotto alla spezie. Soprattutto non mi deve raccontare il cuoco che ha inventato lui la passatina di ceci con i gamberi o il gelato al parmigiano. Non gli credo! Ora la carta dei vini! Mi rifiuto di consultare quelle tipo Bibbia, dove attualmente i rossi risalgono ai nonni , mi piacciono soprattutto quelle fatte in casa dal patron senza interferenze dai voti delle guide o stampate dai rappresentanti , così forse potrò finalmente bere qualche chicca originale. Sine qua non
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