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Tornano le pagine del socialismo riformista

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Tornano le pagine del socialismo riformista

Dimenticate il gaudente sfacelo craxiano. Sulla nuova serie della «Rivista storica del socialismo» leggerete vicende per fortuna più edificanti. Questo glorioso ebdomadario – uscito tra il 1958 e il 1967 sotto la guida di Luigi Cortesi e Stefano Merli – riapre ora i battenti, per documentare che la parabola del socialismo italiano non coincide affatto con il suo harakiri affaristico, sfociato in Tangentopoli (1992). Responsabile del neonato periodico, «in ideale continuità» con la gestione precedente, è Paolo Bagnoli (ordinario di Storia delle dottrine politiche a Siena), coadiuvato da Nicola Del Corno (Milano) e Giovanni Scirocco (Bergamo). Tramontato per sempre il comunismo («la ricerca della perfezione», ha scritto Isaiah Berlin, è «una via obbligata che porta allo spargimento di sangue»), dobbiamo riconoscere nel socialismo riformista – variamente declinato – l’unico esperimento storico capace di recare un reale beneficio agli umiliati e offesi.

Già il primo fascicolo semestrale ci proietta in un’epoca pre-tangentizia, quando socialista non era un aggettivo dispregiativo, bensì un nobile sostantivo. Andrea Becherucci illustra il carteggio fra Enzo Enriques Agnoletti e Aldo Capitini. Giovanni Scirocco recensisce gli scritti inediti di Franco Venturi sulle origini delle idee comuniste e socialiste in Europa. Giuliana Nuvoli ripercorre i luoghi milanesi di Anna Kuliscioff (compagna di Filippo Turati), con il suo austero salotto diventato presto «il centro della vita politica italiana».
Jacopo Perazzoli e Andrea Torre ci propongono l’inventario dell’archivio di Antonio Greppi, il primo sindaco della Milano liberata dal nazifascismo. Fu lui a riavviare la Scala, inaugurare il Piccolo Teatro, rimettere in moto la Pinacoteca di Brera e Palazzo Reale: senza intascare una sola bustarella. Altri tempi.

http://rivistastoricadelsocialismo.it/

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