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«Art Week» con «Masterpieces»

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LONDRA

«Art Week» con «Masterpieces»

Marie-Louise Elisabeth Vigée-Lebrun. «Ritratto di Yekaterina Vassilievna Skavronskaia, contessa Litta», esposto da Stair Sainty Gallery con Robilant + Voena
Marie-Louise Elisabeth Vigée-Lebrun. «Ritratto di Yekaterina Vassilievna Skavronskaia, contessa Litta», esposto da Stair Sainty Gallery con Robilant + Voena

L’esito del referendum britannico non ha generato ripercussioni sugli scambi dell’arte che continuano a prosperare e a riconoscere alla Gran Bretagna il secondo podio nella leadership del mercato globale dietro agli Usa e davanti alla Cina, con una quota pari al 25% dei volumi registrati nel 2015 (circa 57 miliardi di euro). Lo dimostra l’effervescenza di Londra che concentra dal 24 giugno all’8 luglio le più importanti fiere, aste, kermesse e rassegne d’arte dell’anno, diventando per due settimane la capitale mondiale del bello.

Oggi chiude The Art and Antiques Fair, la più antica mostra-mercato del panorama londinese, giunta alla 44sima edizione, mentre fino al 6 luglio è in pieno svolgimento nelle sale del Royal Hospital (Chelsea Embankment) la settima edizione della fiera Masterpieces - sponsorizzata dalla Royal Bank of Canada – e fino all’8 luglio è in corso London Art Week, giunta alla quarta edizione, con 48 gallerie di Mayfair e St James’s e la partecipazione delle case d’asta Bonhams, Christie’s e Sotheby’s (www.londonartweek.co.uk) che batteranno gli Old Master dal 7 al 9 luglio.

Attenzione, però, a non farsi ingannare dai nomi degli espositori; dietro a insegne tipicamente inglesi, infatti, operano mercanti squisitamente italiani: da Trinity Fine Art (29, Bruton Street) sono esposti sculture barocche e moderne, da Alessandro Algardi a Girolamo Ferrer e Medardo Rosso in collaborazione con Carlo Orsi, Walter Padovani e Amedeo Porro; Brun Fine Art (38, Old Bond Street) - aperta nel 2013 da Augusto Brun - tratta arte orientale, mobili e marmi antichi, mentre M&L Fine Art (15, Old Bond Street) - nata dall’esperienza di Matteo Lampertico e di Luca Gracis - propone in galleria le Bende di Salvatore Scarpitta e al Royal Hospital Chelsea i Dischi in bronzo di Arnaldo Pomodoro. Robilant + Voena espongono con la Stair Sainty Gallery (38, Dover Street) pittura del Settecento europeo e arte spazialista italiana degli anni 60 e 70; Lampronti Gallery (44, Duke Street) punta sulle vedute settecentesche di Antonio Joli e Moretti Fine Art (2a-6, Ryder Street) sui fondi oro.

Sbarcano a Londra con temporary space anche gli antiquari bolognesi Maurizio Nobile (37, Bury Street), Tiziana Sassoli (8, Duke Street) e il romano Carlo Virgilio & C che presso Harris Lindsay (67, Jermyn Street) presenta sculture in marmo dell’Ottocento purista e una collezione di disegni dei Nazareni.

Il giro tra gli oltre 150 stand di Masterpieces – kermesse sempre più frequentata dai direttori dei musei in vena di fare shopping – è molto più impegnativo, anche se il meglio sembra essere proposto proprio dai 15 espositori italiani: la Mappa del 1984 di Alighiero Boetti è in vendita per quasi un milione di sterline da Tornabuoni; Repetto Gallery punta sullo specchio serigrafato Dall’anno uno, 1991, di Michelangelo Pistoletto e Mazzoleni Art su Bianco cn 4, 1966, di Alberto Burri. Sottostimati sono invece tre piccoli capolavori: il bassorilievo in marmo Mater purissima, 1919, di Adolfo Wildt presentato da Scultura italiana di Dario Mottola; la libreria art déco degli anni 20 disegnata da Gio Ponti, in vendita da Robertaebasta e il dipinto Westminster Bridge di Giuseppe De Nittis offerto da Bottegantica.

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