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Brexit era prevedibile?

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ELZEVIRO

Brexit era prevedibile?

Matticchiate
Matticchiate

All’inizio del capitolo VI dei Promessi Sposi, fra Cristoforo minaccia don Rodrigo: «Verrà un giorno… don Rodrigo era fin allora rimasto tra la rabbia e la maraviglia … ma, quando sentì intonare una predizione, s’aggiunse alla rabbia un lontano e misterioso spavento… alzando la voce, per troncar quella dell'infausto profeta, gridò: - escimi di tra’ piedi, villano temerario, poltrone incappucciato». Rodrigo non sa se la profezia si avvererà. Però attribuisce alla minaccia una vaga probabilità, altrimenti non si sarebbe spaventato.

Il caso opposto della predizione di fra Cristoforo è quello delle previsioni meteorologiche. Queste vengono fatte sistematicamente da esperti e consistono in stime probabilistiche alla luce di modelli che incorporano misure sulle diverse possibilità e ricalibrano le previsioni precedenti. Di questi tempi, dimenticato l’italiano di Manzoni, spesso si confondono previsioni e predizioni. Questa confusione è forse anche alimentata dal fatto che c’è un terreno intermedio tra lo studio scientifico dell’evoluzione di un sistema fisico, per esempio tempo e clima, e la profezia di un singolo frate. Il film pluripremiato di Kathryn Bigelow, Zero Dark Thirty, è stato ritrasmesso in TV il 2 maggio, a un quinquennio esatto dalla cattura di Osama Bin Laden. Il titolo del film allude a “mezzanotte e mezza”, nel gergo dei militari il momento della giornata in cui è scattata l’operazione di cattura. Il capo della Cia chiede: «È lì o non è lì? Tra mezz’ora incontro il presidente». Il portavoce degli esperti risponde: «non abbiamo certezze … pensiamo che ci siano 60% di probabilità che sia lì». Maya Lambert, tenace eroina del film, replica: «100%, beh diciamo 95% …». La previsione di Maya Lambert è basata su quel che hanno detto persone, intercettate o corrotte, e non sulla misura di variabili fisiche, ma si tratta di indizi convergenti e provenienti da più fonti.

La previsione delle azioni umane collettive è altrettanto importante. Per sapere quel che farà una popolazione sono stati inventati i sondaggi. Interrogando un campione, si stima come si comporterà tutta la popolazione da cui è tratto il campione. In tal caso, agli errori che accompagnano tutte le misurazioni, si aggiunge la possibilità che le persone interrogate non dicano il vero o che cambino opinione. Il ribaltamento rispetto alle previsioni dei sondaggisti sul voto Brexit è stato sorprendente. Ma il sondaggio era arduo. Per la prima volta i britannici dovevano decidere se uscire dalla comunità europea, e pesavano pregiudizi spesso inconfessabili (per fortuna). Di conseguenza un errore di misura del 3%, come quello dichiarato dai sondaggisti seri, voleva dire che la differenza del 2%, rilevata nelle ultime ore, era casuale. E tuttavia quasi tutti si sono sorpresi. Stupirsi della sorpresa?

Un canale televisivo presenta un sondaggio periodico sulle scelte politiche degli italiani. Il margine di errore, correttamente e chiaramente dichiarato, è del 2% (in un senso e nell’altro). Questo non impedisce che, il 22 maggio 2016, venga commentato un calo del PD di 0,4%. Ripetendo il sondaggio, questa differenza avrebbe potuto verificarsi in senso opposto! Predizioni spacciate per previsioni, pur di intrattenere il pubblico. Qualcosa del genere avviene con le partite di calcio del campionato europeo. Come nel caso della Brexit sono incontri singoli, senza precedenti. Inoltre nel calcio, a differenza della pallacanestro, si segnano pochi punti e quindi il caso gioca un ruolo rilevante in una singola partita (non in un campionato con le stesse squadre). Conclusione: l’errore da campionamento sfugge ai più, come ne La battaglia navale di Marco Malvaldi, dove tale errore viene smascherato («Domenica» del 22 maggio, pag. 31). Il governo statunitense è interessato alla geopolitica del futuro. Il gruppo di ricerca di Philip Tetlock, professore a Philadelphia e importante studioso delle previsioni degli esperti, ha scoperto che molti presunti “professionisti della previsione” hanno prestazioni assai deludenti. Questo non impedisce che si possa addestrarli a migliorare. Devono però ricorrere alcune condizioni. Bisogna avere una serie di stime precedenti, far lavorare gruppi di persone, perfezionarle nella stima di probabilità delle varie opzioni, così da imparare a calibrare meglio le ipotesi precedenti. Questi vincoli sono gli stessi presupposti dalla teoria della scelta razionale. E tuttavia è fuorviante mettere sotto il termine-ombrello “irrazionale” tutto il resto. Finiamo per non saper distinguere scelte tra loro diverse e, in certi casi, analizzabili, seppure con difficoltà.

Ci sono le pre-scelte, quando una persona si è focalizzata su una sola possibilità, e ignora tutte le altre (consapevolmente oppure no) perché “ha scelto prima di scegliere”. Ci sono le post-scelte, quando una persona ha già scelto più volte, formandosi una preferenza stabile che non intende più mettere in discussione. E, infine, ci sono, le anti-scelte, quando l’attenzione di una persona è risucchiata da qualcosa che la affascina. I fanatici, e chi scambia per una “chiamata” quello che è un pre-giudizio inattaccabile, sono cultori delle anti-scelte. Se volete prevedere come si comporteranno queste tre tipologie di persone, irrazionali secondo i canoni classici, dovete usare tecniche adatte a ciascun “profilo”. Questi, e altri temi, sono stati discussi a Santander, in Spagna, dove è appena terminato il congresso internazionale sulla previsione.

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