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Bruce Springsteen, un fiume in piena

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Bruce Springsteen, un fiume in piena

Ansa
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Un concerto di Bruce Springsteen è come un fiume in piena, scorre tumultuoso con un'energia inarrestabile che si avvale di una scaletta in continuo mutamento, alimentata da continue sorprese. La metafora fluviale è opportuna per raccontare il concerto di esordio italiano del Tour mondiale “The River”, dall'omonimo album doppio del 1980, andato in scena a San Siro, primo dei tre appuntamenti di quest'anno ( si replica martedì sempre a San Siro e il 10 a Roma al Circo Massimo). E' infatti pura energia e furore impetuoso a scorrere nelle performance del Boss sostenuto dalla E Street Band, in formazione ridotta rispetto al passato ma rinvigorita dal trascinante sax di Jake Clemons, nipote del compianto Clarence. Tuttavia nella sesta esibizione milanese, a distanza di oltre trent'anni dalla storica prima del 1985, non tutto fluiva via liscio. Sarà per l'acustica inadeguata dello stadio, sarà che le sonorità intimiste dell'album “The River” mal si addicono alla situazione dispersiva di San Siro, sta di fatto che il suono risultava ridondante e non limpido. Un vero peccato per uno spettacolo fondato principalmente sulla musica e potenza del suono, che non concede niente a effetti speciali e video. Il livello della serata è andato crescendo nella seconda parte del Concerto quando, esaurite le canzoni dolenti del doppio album, ha attinto liberamente al repertorio più rock del Boss, circa 110 brani sempre pronti all'esecuzione, con la musica a scorrere in piena senza incontrare alcun ostacolo. Una serie di classici eseguiti da un'impareggiabile “live band” capace di assecondare le richieste extra del pubblico, come nel caso di “Lucille” di Little Richard, e rendere omaggio alla sacerdotessa del rock Patti Smith con “Because the Night” scritta insieme a Springsteen.

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Una apoteosi di Rock e sogno americano consapevole di provenire come l'autore “da una valle dove quando sei giovane ti crescono per renderti uguale a tuo padre” e la cui unica possibilità è quella di sognare. L'altra sera ed ancora per una sera a Milano i sogni sono diventati vivi ( “Dreams are Alive Tonight”) come riportavano i cartoncini colorati dei fan di Springsteen. Un sogno lungo quasi quattro ore di musica a conferma che anche a 66 anni “suonati” il Boss è in grado di tenere la scena in modo impareggiabile, seppur non in modo memorabile come la famosa “Prima” e la meno celebrata “Quinta” performance, quella di San Siro 2003, annoverata dallo stesso Springsteen tra i suoi migliori “live” di sempre.

Set list essenziale della scaletta composta di oltre una trentina di brani
Apertura: “ Land of Hope and Dreams”A seguire il brano di apertura dell'album “The River”: “The Ties That Bind”.

Seconda parte: “Spirit in the Night” “Two Hearts” con duetto con Little Steven “Hungry Hearth” e “I'm on Fire”

In Chiusura “Badlands” “Dancing in the Dark” “Born in the Usa” “Born to Run”.

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