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Abbas Kiarostami, addio al poeta del cinema iraniano

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aveva 76 anni

Abbas Kiarostami, addio al poeta del cinema iraniano

Afp
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Il regista iraniano Abbas Kiarostami è morto oggi a Parigi all’età di 76 anni. Lo riferiscono le agenzie di stampa iraniane. Il cineasta si trovava in Francia per ricevere cure mediche a causa di un tumore. Kiarostami, dopo la rivoluzione khomeinista del 1979, era rimasto in Iran e aveva diretto più di 40 film. Vinse la Palma d'oro a Cannes nel 1997 per «Il sapore della ciliegia» - unico regista iraniano a vantare il più prestigioso premio del cinema - storia di un uomo che ha deciso di suicidarsi e cerca qualcuno che lo seppellisca, salvo essere dissuaso da un anziano signore che in passato aveva avuto lo stesso proposito ma poi si era fermato di fronte al sapore di una ciliegia.

Kiarostami si era laureato all'Università di belle arti della sua città di nascita, Teheran, e, tra mille lavori, aveva fatto anche l'illustratore di libri per bambini. Dopo l’avvento al potere di Mahmoud Ahmadinejad nel 2005, decise però di proseguire la sua attività artistica all’estero per la sua opposizione al regime ultra-conservatore di Ahmadinejad. «Sono costretto a fare i film fuori dall'Iran per evidenti ragioni», aveva spiegato nel 2012 a Cannes, facendo riferimento alla situazione politica del paese, «ma quando mi metto all'opera ragiono pensando ad un pubblico internazionale, non delimitato dai confini geografici». In quell’occasione, Kiarostami aveva presentato il film «Like someone in love», ambientato a Tokyo. Due anni prima, era stato in concorso a Cannes con «Copia conforme», film ambientato in Toscana che era valso il premio per la migliore attrice a Juliette Binoche.

Un’altra pellicola molto amata dai critici e dal pubblico è «Ten» (2002), sempre in concorso al Festival di Cannes. Qui Kiarostami racconta la storia di sei donne e scava nell'universo femminile iraniano: le vicende sono narrate in dieci sequenze tutte girate con una videocamera digitale a bordo di un’auto. Tra le sue opere, spicca anche Tickets, film del 2005 diviso in 3 episodi, diretti rispettivamente da Ermanno Olmi, Kiarostami e Ken Loach, che hanno come filo comune un viaggio in treno. Storie apparentemente ordinarie di persone comuni dalla forte connotazione poetica.

Sui social network la notizia della sua morte ha avuto una eco immediata: per la rivista americana di cinema «The Film Stage», il mondo «potrebbe aver perduto il suo più grande regista».

Jean-Luc Godard, maestro della «Nouvelle vague», espresse così la sua ammirazione per il maestro iraniano: «Il cinema comincia con DW Griffith e finisce con Abbas Kiarostami». Pur avendo lavorato all’estero per alcuni anni, aveva mantenuto forti legami con il suo Paese: «Se prendi un albero ben radicato nel terreno e lo trasferisci altrove - spiegava Kiarostami - l’albero non farà più frutti. E se anche li farà, non saranno buoni come nel luogo d’origine. È una legge della natura. Penso che se avessi lasciato il mio Paese, sarei come quell’albero».

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