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Qohen e il teorema da risolvere

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Cinema

Qohen e il teorema da risolvere

The Zero Theorem - Tutto è vanità, di Terry Gilliam, Usa, Gran Bretagna 2013, 107’, fantascienza
The Zero Theorem - Tutto è vanità, di Terry Gilliam, Usa, Gran Bretagna 2013, 107’, fantascienza

George Orwell è vivo e lotta insieme a noi. Ritorna l’incubo di tutto il cinema di Terry Gilliam: un mondo in cui ogni cosa è tenuta sotto controllo da entità superiori, inflessibili, onnipresenti. Un mondo costantemente immerso nel buio, attraversato da uomini e donne dai lineamenti caricaturali. Qohen, il protagonista, è un programmatore informatico oberato da un lavoro insulso e ripetitivo. Immette dati in continuazione nel computer, senza sapere bene la ragione dei suoi atti. Ha una sola aspirazione: poter operare da casa, lontano da tutti, iperconnesso e allo stesso tempo iperisolato da un universo che non gli appartiene più. Ma quando si dice casa non si deve pensare a un’abitazione come le altre. Qohen abita infatti in una chiesa abbandonata, colma di oggetti religiosi appartenuti a un passato ormai muto. Finalmente il permesso di lavorare fuori dall’ufficio arriva, a condizione di dedicarsi anima e corpo alla (impossibile?) soluzione dello «Zero Theorem» del titolo. Dati su dati, immergendosi sempre più nella realtà virtuale, tra numeri che diventano immagini psichedeliche, assorbendo ogni risorsa della mente e dei sensi. Nel frattempo, tra una crisi e l’altra, c’è anche qualche sporadica uscita nel mondo di fuori, rappresentato da una città post-moderna immersa nelle luci di spot pubblicitari assurdi, ripetitivi, asfissianti. Una giovane donna arriva di tanto in tanto nella casa di Qohen: è davvero interessata a lui o è soltanto un’agente dell’onnipotente Direttore, che tutto conosce, tutto vede, tutto decide? Impossibile saperlo: ogni cosa ha un doppio senso, nulla è come appare. Resta l’attesa spasmodica di una fantomatica chiamata telefonica, un avviso che DEVE arrivare e che annuncerà un nuovo inizio. Passato e presente portano solo dolore e insensatezza;
il futuro, chissà...

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