Cultura

Cesare Battisti, una mostra per interrogare la Storia

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Cesare Battisti, una mostra per interrogare la Storia

Figura fondamentale nella Prima Guerra mondiale, Cesare Battisti è stato prima esaltato dalla retorica fascista per poi cadere nell'oblio. Al Castello del Buonconsiglio di Trento, in occasione del centenario della morte, la mostra Tempi della Storia, tempi dell'arte. Cesare Battisti tra Vienna e Roma a cura di Laura Dal Prà, fino al 6 novembre (catalogo CastelloinMostra). Al Castello, dove si è compiuta la sua tragica fine, quella di Fabio Filzi e Damiano Chiesa, un'approfondita esposizione indaga sulla personalità dell'intelletuale Battisti (1875-1916), il suo rapporto con il territorio, gli ideali che l'hanno portato ad arruolarsi nel corpo degli alpini. La sua avventura umana è la chiave di lettura per capire le vicende che hanno attraversato il XIX e il XX secolo in quel lembo di terra ai confini dell'Impero Asburgico chiamato dalla geografia imperiale Tirolo italiano e Trentino dagli abitanti. Lì sono convissuti esperienze transalpine e fermenti italici ancora di respiro risorgimentale.

Sarà Cesare Battisti, intellettuale e geografo a stilare le prime mappe delle valli trentine, a nominarle e catalogarle: l'intero lavoro è visibile in mostra. Il percorso espositivo storico si intreccia con quello storico-artistico, ecco i dipinti di Segantini, Eugenio Prati, Bartolomeo Bezzi, accanto a quelli di Franz von Degger, Albin Egger-Lienz. I paesaggi di Ciardi e le fotografie illustrano un trentino rurale e di povera gente, la stessa costretta fin dal 1914 all'impegno bellico austro ungarico. La seconda sezione racconta l'impegno socialista del protagonista, il rientro a Trento dopo gli studi a Firenze e la partecipazione come deputato al parlamento di Vienna, il matrimonio con Ernesta Bonfanti, fra le prime venti donne laureate in Italia.

Battisti, irredentista, si batterà per la campagna interventista: di questo periodo sono esposte opere di Balla, Bonazza, Depero ma anche di Alfons Walde, Hans Josef Weber-Tyrol. Esposte anche documentazioni storiche fra cui fotografie dall'album di famiglia, i libri scritti e letti, le lettere. Altre testimonianze figurative fra cui Beltrame, Sottsass, Sartorio, Viani, Mantelli. Alla creazione del mito Battisti è dedicata l'ultima parte con le sculture di Wildt e Minerbi, i bozzetti per il monumento alla Vittoria, il progetto del Mausoleo. Un'arte invasa dalla retorica fascista rifiutata dalla moglie e dai figli. Durante una visita a Trento di Achille Starace, Ernesta copre con un drappo nero la lapide del marito: «Nessun fascista doveva profanare la memoria di Cesare».

Tempi della Storia, Tempi dell'Arte. Cesare Battisti tra Vienna e Roma
A cura di Laura Dal Prà
Trento - Castello del Buonconsiglio
Fino al 6 novembre
info@buonconsiglio.it

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