Cultura

Apertura in salsa horror per il Festival di Locarno 2016

  • Abbonati
  • Accedi
cinema

Apertura in salsa horror per il Festival di Locarno 2016

Il Festival di Locarno 2016 si apre sotto il segno dell'horror e dell'action: nella magica cornice della Piazza Grande, è stato presentato «The Girl With All the Gifts», il film d'apertura della kermesse svizzera di quest'anno.
Diretto dallo scozzese Colm McCarthy, alla sua seconda prova per il grande schermo dopo «Outcast» del 2010, «The Girl With All the Gifts» è un lungometraggio dal soggetto affascinante, ambientato in un futuro distopico.

In una base militare è detenuto un gruppo di ragazzini, rimasto immune dagli effetti di una tremenda malattia che rischia di annientare l'umanità. Nonostante abbiano lo stimolo a nutrirsi di carne umana come le persone infettate, i bambini sono ancora in grado di provare sentimenti: rappresentano così una risorsa vitale per individuare un vaccino di cui si sta occupando la biologa Caldwell.
All'interno del gruppo, la piccola Melanie si distingue per la grande intelligenza e per il forte legame che ha instaurato con l'insegnante Miss Justineau. Quando la base militare viene attaccata dagli zombie, per i protagonisti inizia una terribile odissea in una Gran Bretagna ormai in rovina. Da prigioniera Melanie diventerà una preziosissima guida, forse l'unica possibilità di salvezza per le persone che la circondano.

L'ultimo film di Colm McCarthy con Gemma Arterton, «The Girl With All the Gifts».

Lo scrittore Mike Carey ha firmato sia il romanzo da cui il film è tratto, sia la sceneggiatura che segue fedelmente le pagine della sua opera letteraria.
Peccato, però, che ciò che funzionava sulla carta venga vanificato sul grande schermo, a causa di troppi passaggi narrativi frettolosi e di tante svolte drammaturgiche che sanno di già visto.
Suggestivo soltanto nelle primissime battute, il film si perde presto, diventando confuso anche per quanto riguarda la messinscena: le sequenze dinamiche, malamente velocizzate, non solo non aumentano il ritmo, ma rischiano spesso di risultare incoerenti e sopra le righe.

Il modello di McCarthy non sono certo i grandi film di George A. Romero (dal classico «La notte dei morti viventi» del 1968 in avanti), ma operazioni contemporanee e del tutto trascurabili come «World War Z» di Marc Forster. In molti penseranno anche alla serie «The Walking Dead», ma se determinate dinamiche e caratteristiche dei morti viventi funzionano sul piccolo schermo, la resa cinematografica è tutt'altro che accattivante.
Anche il cast non è all'altezza dei nomi che lo compongono: Glenn Close e Gemma Arterton sono più spaesate che mai e Paddy Considine (nei panni del sergente Eddie Parks) è totalmente fuori parte.
Si poteva e si doveva fare molto di più con una base di partenza di questo tipo.

© Riproduzione riservata