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    musica

    Tasse, droga e sottomarini gialli: 50 anni di «Revolver», l’album in cui i Beatles diventarono «colti»


    Il 5 agosto 1966, esattamente 50 anni fa, usciva «Revolver», l’album del definitivo salto di qualità dei Beatles da fenomeno musicale giovanilistico di maggior successo degli anni Sessanta a band «colta», in grado di incrociare linguaggi apparentemente diversi e parlare in maniera trasversale a pubblici molto distanti tra loro. Riascoltiamolo insieme traccia per traccia, provando a capire cosa ancora oggi lo rende unico

    Olycom
    Olycom

    1/14 Taxman

    «Revolver» è un disco che spiazza. Sin dalla prima traccia: la scrive e la canta George Harrison, il «Beatle tranquillo», la terza forza, apparentemente latente, del quartetto di Liverpool, dietro alle esuberanze di John Lennon e Paul McCartney. E non parla d’amore ma… di tasse. «Taxman», parabola dell’esattore insaziabile che si prende tutti i ricavi della povera rockstar risparmiatrice, è il primo e forse l’unico brano dichiaratamente politico della storia dei Fab Four, un rock sincopato che sfotte laburisti (Mr. Wilson) e conservatori (Mr. Heath). Chi, fino a quel momento, avrebbe mai immaginato un’evoluzione del genere per sound e tematiche di quei placidi ragazzotti del Nord?

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