Cultura

Fenicotteri rosa per poco

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VIVARIO

Fenicotteri rosa per poco

Eccoli là che sono arrivati i fenicotteri rosa, rosa fino a domani poi per un po’ fenicotteri rossi e quando se ne andranno dopo l’Assunta saranno tutti quanti dei fenicotteri testa di moro. I contadini di Romagna hanno pulito e preparato per bene le vigne e sono venuti al mare, riuniti per pievi e famiglie, tre, quattro generazioni compresenti, a farsi le ferie di Augusto nei campeggi da Marina Romea fin quasi a Bellaria.
Son contadini, si sa che non hanno paura di niente ma solo del mare, eppure si sono risolti a sfidare il destino e l’assoluta mancanza di senso di tutta quell’acqua salata, piantati nel torvo del mezzodì proprio in mezzo a quel mare, con l’acqua alla cinta, immobili, immoti, le braccia che stringono i fianchi per non farli scappare, lo sguardo che vaga a cercare un appiglio per non annegare nell’infinito orizzonte. Stormi di aironi posati sfiniti e affamati. Mangeranno tra poco, di quello che hanno raccolto.

All’alba, freschi come rose, accorti, operosi, femmine e maschi, avi e nipoti, aravano il bagnasciuga con scienza, costanza e persino eleganza nel gesto, secchiello e retina, intenti alla raccolta delle pavarazze. Le poveracce, le arselle adriatiche, vongolette minuscole come unghiate, profumate come fiorellini marini, inutili ai ristoranti, fuori misura per la UE, difficili a vederle respirare tra la rena. Gliene occorrono non meno di mille per una pastasciutta, magari anche con po’ di pancetta; ma son contadini, non scherzano, alle nove le donne erano già ai fuochi tra i pini del sommo Dante a preparare.

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