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Festival di Locarno: grandi prove d'attrici in «Moka» di Frédéric Mermoud

Una scena del film «Moka»
Una scena del film «Moka»

Un dramma franco-svizzero è stato il grande protagonista della seconda giornata del Festival di Locarno: «Moka» di Frédéric Mermoud, presentato nella sezione Piazza Grande, ha emozionato il pubblico della kermesse grazie soprattutto alla performance delle due protagoniste, Emmanuelle Devos e Nathalie Baye.
La prima interpreta Diane Kramer, una donna di Losanna che ha una sola ossessione: trovare il conducente dell'automobile che ha investito suo figlio e rovinato la sua vita. Dopo alcune ricerche parte per Évian, la città dove crede che abiti il colpevole.

Disposta a tutto pur di vendicarsi, Diane si troverà però di fronte un'altra donna, amichevole e misteriosa, con cui non sarà semplice rapportarsi.
Opera seconda dello svizzero Mermoud, dopo «Complices» del 2009, «Moka» è un dramma al femminile che segue la struttura del romanzo omonimo da cui è tratto (uscito nel 2009 e firmato dalla scrittrice e giornalista francese Tatiana de Rosnay).

È facile rimanere coinvolti da questa pellicola dal forte spessore morale, tutta giocata su scelte non facili e su questioni che invitano (anche) lo spettatore a formulare delle risposte.

In alcuni passaggi può ricordare alcuni film dei fratelli Dardenne («Il figlio», in primis), anche se Mermoud non ha ancora la personalità dei due registi belgi e la sua messinscena a tratti procede un po' col pilota automatico.
Efficaci e credibili i dialoghi, soprattutto nella parte centrale, mentre il ritmo ha alcuni momenti altalenanti e non tutti i passaggi narrativi sono all'altezza del potente soggetto di partenza.

Notevolissima, invece, la prova delle due attrici: intensa Nathalie Baye, vista recentemente anche in «Juste la fin du monde» di Xavier Dolan, e semplicemente perfetta Emmanuelle Devos, che ritrova la verve delle sue performance migliori in assoluto (da «Sulle mie labbra» di Jacques Audiard a «Violette» di Martin Provost).

Tra i momenti più intensi della giornata, da segnalare anche il tributo con cui il Festival di Locarno ha omaggiato Jane Birkin.

Oltre ad averle assegnato un Pardo alla carriera, Locarno ha voluto celebrarla con la proiezione di «Boxes», il suo unico e poco conosciuto film da regista, datato 2007.

L'attrice-regista londinese interpreta anche la protagonista, Anna, una donna che si è da poco trasferita in una nuova casa in Bretagna. Prima di iniziare una nuova esistenza, Anna dovrà fare i conti con il passato e con gli affetti di una vita intera: dai genitori alle tre figlie, avute con tre uomini diversi.

È un'opera indubbiamente personale, imperfetta ma sentita e vibrante, decisamente prolissa e un po' ingenua ma anche capace di coinvolgere e toccare corde emotive profonde.

A ogni modo, un pizzico di sale in più non avrebbe guastato, soprattutto nella monocorde parte centrale.

Anche in questo caso il vero valore aggiunto è il cast: oltre alla Birkin, una menzione speciale per Michel Piccoli e Geraldine Chaplin, ma tra gli interpreti si può riconoscere anche una giovanissima Adèle Exarchopoulos.

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