Cultura

I suoni dei borghi

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FESTIVAL

I suoni dei borghi

Se un modo esiste, per aprire al mondo i piccoli tesori di cui non sappiamo, è l’ostinazione a vestire l’estate di eventi insieme globali e territoriali, irregolari e grand public; cose che, se sono pensate bene, non si dissolvono la mattina successiva, ma cominciano a creare, da quel momento, una nuova memoria. Ne abbiamo bisogno, nonostante tutto.
Cominciamo da Ariano e Calitri, minuscoli paesaggi urbani al centro dei territori comunali più vasti della Campania, orgogliose terre prima di sanniti e poi di irpini; isole rurali nascoste tra la vasta provincia di Benevento e la Puglia, che accolgono a fine estate oltre 60mila anime per godere di musiche minoritarie.
In questi antichi borghi di papalina e borbonica memoria, si manifestano l’Ariano Folkfestival (dal 18 al 22 agosto), tra i più importanti eventi dedicati alle musiche del mondo in Europa e l’innovativo, stralunato Sponz (dal 22 al 28) diretto da Vinicio Capossela. Tra le rarità presentate, l’ensemble israelo-yemenita A-Wa composto da tre sorelle che riescono a far convivere, oltre a culture che poco si frequentano, anche musica tradizionale, rock ed elettronica; o i Systema Solar, sound system colombiano che trasforma i concerti in happening popolari.

Più engagé lo Sponz, che si presenta con un titolo eloquente: Chi tiene polvere spara e porta in dote, oltre alla musica (Mario Brunello, Gavino Murgia e la Banda della Posta), l’attualità e l’esplorazione del microcosmo irpino, con trekking e eventi enogastronomici. A sud-est della Terra di mezzo irpina troviamo invece il Parco Gondar (fino al 21 agosto), la più grande arena musicale del mediterraneo, precisamente a Gallipoli, dove le star della musica senza frontiere, a cominciare dal Dj David Guetta, riportano la musica allo stato primordiale, quello della Festa, rito che naturalmente viene celebrato anche nell’evento unico più grande d’Europa, il Concertone di Melpignano dedicata alla Taranta (il 27 agosto), la cui Orchestra Popolare quest’anno viene diretta da Carmen Consoli.

In Europa, il momento complicato che viviamo ha portato cambiamenti nei calendari estivi (a Nizza è stato sospeso all’ultimo il Jazz Festival, tra i fiori all’occhiello della Stagione culturale della Costa Azzurra); resistono le grandi kermesse Woodstock-style come Sziget-Island of Freedom in Ungheria (da mercoledì, per una settimana, con oltre mille spettacoli su 60 palchi diversi), il Lollapalooza berlinese (Treptower Park, 10 e 11 settembre), la kermesse celtica di Lorient (fino a domenica prossima) e il Flow a Helsinki (12 al 14 agosto), che è l’unico che si anima alla luce del sole invece che al crepuscolo; oltre al picchiatello e inconturnable Festival d’Opera en plein air di Glyndebourne (fino al 28 agosto, con numerosi epigoni autunnali), per chi vuole ritrovare atmosfere di raffinatissima decadenza.
Giovani e gagliardi sono invece i festival-cerniera delle Alpi, dal rock del Paléo Festival di Nyon che passa idealmente il testimone ai Suoni delle Dolomiti (ancora tre grandi appuntamenti con Jazz e World music in Val di Fassa, fino al 26 agosto).

Il premio della crossdisciplinarietà, ad agosto, va invece alla seconda edizione del Pop-Kultur berlinese (dal 31 agosto al 2 settembre), ospitato nel nuovo quartiere neo e post hipster di Berlino, dove si svolge un unico grande brain-storming del contemporaneo tra concerti, workshop, performances, talks e readings.
Tornando in Italia, infine, a cose fatte e a estate finita, per chi ne sentisse la necessità si parlerà di chi scrive di cose musicali, al primo (meta)Festival del giornalismo musicale (in seno al nuovo MEI, il Meeting degli Indipendenti dal 23 al 25 settembre) che non a caso indaga, prima ancora della musica, se stesso: ha ancora senso scrivere di musica?

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