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Palermo, così muore un teatro

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SCARPE STRETTE

Palermo, così muore un teatro

Lo scrittore Roberto Alajmo, direttore del Biondo – il teatro Stabile di Palermo – artefice della rinascita di questo storico palcoscenico grazie ad autorevolezza di cartellone e incremento al botteghino, è stato costretto alle dimissioni. Dalla politica politicante, naturalmente.
Anche Emma Dante, artista residente, tra i massimi protagonisti della scena internazionale, se ne va. La regista, chiamata a dirigere la scuola di teatro, ha scelto di stare al fianco di Alajmo e la città di Palermo, in un colpo, perde due fuoriclasse dell’arte e del lavoro culturale.
L’autore di É stato il figlio, un grande romanzo diventato poi un grande film con Daniele Ciprì, sbatte il muso con una realtà, quella siciliana, dove conta solo l’elargizione profusa dai potenti pro-tempore (altrimenti, come spiegare l’imbarazzante scena di un attore, alla prima del suo spettacolo, raccogliere gli applausi alla chiusura del sipario e poi ringraziare con squillante giubilo il sindaco accomodato in prima fila per averlo “voluto” – a dispetto del direttore – in cartellone?).

Con Alajmo che lascia il Biondo se ne va, dunque, anche Emma Dante. E così, con il ciao ciao dell’applauditissima capo fila del teatro contemporaneo, si chiude l’esperienza bellissima della scuola di teatro fatta apposta per Palermo. Chiude l’officina di Talia e muore lo spettacolo, con tutti gli allievi coinvolti, di cui lei firma la regia – l’Odissea – già prenotato nei palcoscenici di tutta Italia e nei più importanti festival di Europa.
L’asfissia finanziaria – il taglio dei contributi – consegna i teatri alla morte. Il placet dei caudilli, in tema di sopravvivenza degli enti culturali al Sud, è fondamentale.
Nella collezione di stravaganze siciliane va quindi ad aggiungersi l’incredibile caso delle dimissioni di Roberto Alajmo dalla direzione del Teatro Stabile di Palermo. È la variante siciliana – ha detto lo scrittore, con l’amarezza propria dell'ironia – della legge di Murphy: «Se qualcosa andrà bene, andrà male anche quella».

@PButtafuoco

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