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Gribaudo, libri di vita

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Gribaudo, libri di vita

Libri & arte. Gribaudo, a destra, con De Chirico che lo definiva «leucofilo». Sotto, un'opera con dedica di Mirò a Ezio Gribaudo
Libri & arte. Gribaudo, a destra, con De Chirico che lo definiva «leucofilo». Sotto, un'opera con dedica di Mirò a Ezio Gribaudo

«Francis Bacon mi disse: “Vieni a Londra perché voglio farti un ritratto, di quelli piccoli”. Gli dissi che sarei andato, ma preso da mille cose... stupidamente non trovai il tempo. Voleva che posassi per lui a Londra! Un rimpianto che mi porterò dietro tutta la vita». Non possiamo che capire l’amarezza e lo sconforto di una tale, incredibile, occasione persa; ma, d’altra parte, va gustata per quel che merita la possibilità di scrivere, di vivere, tal pezzo di biografia. Chi scrive è Ezio Gribaudo (1929), figura ricca e densa di sfaccettature.

L’editoria come missione, l’arte come passione suprema, da coltivare e diffondere, tanto da entusiasmare i tipografi e i cromisti della Pozzo, la casa editrice dalla quale partì (stampavano gli orari ferroviari, si ritrovarono, grazie a lui, a fare libri d’artista...). Gribaudo ha parlato con la sua arte – sperimentazione pittorica, scultorea e grafica –, ma soprattutto è riuscito a far parlare, per mezzo del libro, quella altrui. Nella sua personale “galleria editoriale” c’è il meglio del Novecento: da Pozzo a Fabbri editori, relazioni con gli artisti di cui Gribaudo fu amico, editore, collaboratore e, più di tutto, complice: Lucio Fontana, De Chirico, Hartung, Mirò, Moore, Bacon, Sutherland, Dubuffet, Man Ray, Conrad Marca-Relli e via elencando. La mostra che fino al 16 ottobre anima ed emoziona Palazzo Corvaja a Taormina («Dall’Opera al Libro, dal Libro all’Opera. Ezio Gribaudo e i maestri del Novecento», nata dalla collaborazione tra Taobuk Festival e Artelibro, con catalogo edito da Gli Ori a cura di Paola Gribaudo, figlia e prima collaboratrice di Ezio) è il posto migliore dove passare un Ferragosto pieno di cultura e meraviglia.

Perché i libri di Gribaudo sono gioielli che riverberano una storia unica di collezionismo, passione e sapienza. Nel catalogo (ottimo esempio di libro particolare in sé), oltre agli squisiti ritrattini inediti che Gribaudo fa dei “suoi” artisti – e di fuggita tocca notare la grazia sobria di scrittura con la quale racconta di episodi straordinari, a contatto con i grandi del secolo scorso – c’è una preziosa intervista (già edita) a lui fatta da Giorgina Bertolino e Francesca Pola. Dalla quale emerge con forza la vitalità di una stagione progettuale che interseca privato e collettivo con coinvolgimento e partecipazione. Lucio Fontana, nome ricorrente, per dire, è protagonista del viaggio a New York nel 1961 e con il suo libro Devenir de Fontana, al quale dedicò mesi: «stava ore alle lastre». Ancora: «Gli ori erano ottenuti da una carta speciale, metallica. Stampare queste carte... Abbiamo realizzato un’edizione in cento esemplari che conteneva un originale. Quelle cento copie sono servite a coprire le spese. Ecco, questi sono i lavori che Fontana ha fatto con le carte metalliche.

Ne possiedo uno, piccolissimo, rosso... di una bellezza. Aveva una straordinaria creatività. Gli operai lo guardavano ammirati». È chiaro che Gribaudo è ancora innamorato del suo lavoro, della sua voglia di fare libri, del suo afflato collezionistico, dell’arte. A Taormina anche suoi lavori: libri d’artista, l’esemplare unico con aforismi di Tabucchi e edizioni limitate (ecco Logogrifi realizzato con il grande Vanni Scheiwiller nel 1970), fino al Pinocchio di Tallone del 2014. La bellezza non tramonta: e il libro è una delle cose più solide alle quali possiamo ancorare questa certezza. Per fortuna ci sono personaggi come Gribaudo che lo hanno sempre saputo e ce lo ricordano. Ogni volta che occorre.

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