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Di cosa parliamo quando parliamo di morale

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FILOSOFI D’OGGI / A COLLOQUIO CON GEOFFREY SAYRE-MCCORD

Di cosa parliamo quando parliamo di morale

Sayre-McCord insegna  filosofia alla University of North Carolina
Sayre-McCord insegna filosofia alla University of North Carolina

È una sfida spiegare in modo perspicuo le attività e le pratiche nelle quali siamo normalmente impegnati. Per esempio, è molto difficile dire che cosa si fa quando si usano concetti come buono e cattivo, giusto e ingiusto. Capire che cosa facciamo quando usiamo questi concetti in modo competente, non ci dice ancora niente sulla correttezza delle opinioni che sosteniamo. Si può usare in modo competente il concetto di buono ma applicarlo a cose spregevole o bizzarre. Pensiamo a qualcuno che passa la vita a cacciare di frodo le balene o sacrifica tutto quello che ha per collezionare biglie di vetro. Si può dire che non ha capito niente della vita e che non sa cos’è una vita buona, ma sarà più difficile sostenere che non ha inteso bene il concetto di buono.

Perché ci preme dimostrare che ha torto e trovare una spiegazione dei concetti normativi? Questa è materia che appartiene a un'area particolare della filosofia, che solo di recente ha acquistato un nome e lo statuto di disciplina: la metaetica. «Identificare l’ambito della metaetica non è facile. È un ambito contiguo all’etica normativa e alla teoria etica. Questi livelli diversi della riflessione filosofica si possono distinguere, ma non completamente perché ci sono relazioni importanti tra di loro». Chi parla è Geoffrey Sayre-McCord, dal 1985 docente di filosofia alla University of North Carolina a Chapel Hill, nominato quest’anno L.S. Rockefeller Visiting Professor a Princeton University e alla Australian National University di Camberra. Ha scritto saggi importanti di metaetica, specialmente su Hume e sulla natura dei concetti normativi. «Un modo utile di procedere è iniziare da quel che ci è familiare. I bambini molto piccoli si inquietano quando non ottengono subito quello che vogliono. Quelli un po’ più grandi protestano e pretendono che le loro richieste siano soddisfatte. C’è poi un momento in cui per obiettare a come vengono trattati usano il concetto di giusto». Che cosa consente questo nuovo strumento concettuale? «Usare i concetti normativi ci consente di impegnarci nel pensiero morale. E riflettendo sulle nostre pratiche a proposito di ciò che pensiamo e asseriamo dal punto di vista morale sorgono molte domande. Per esempio, ci si può domandare se ci sono leggi universali che regolano il pensiero morale, oppure se a partire da queste pratiche che possono variare in modo anche radicale, registrare ambiti di disaccordo o accordo. Possiamo anche, successivamente, domandarci quali sono le radici del disaccordo e quindi sondare gli argomenti a favore o contro certe pratiche invalse, come la pena di morte o l’aborto. E, ancora, possiamo costruire nuovi argomenti per convincere qualcuno dell’opportunità o della bontà di una certa linea di condotta. Ecco, quando si passa dalle posizioni a proposito dell’aborto agli argomenti e alle questioni che riguardano la natura degli argomenti si passa dall’etica normativa alla teoria etica. L’indagine metaetica si pone ancora un livello superiore. Chi si occupa di metaetica studia la natura e i fondamenti del giudizio morale, la possibilità di sistemi morali coerenti e completi, la cogenza degli argomenti razionali e l’efficacia dei principi morali. Anche questa è una pratica».

Ma di che tipo di pratica si tratta? Che cosa facciamo quando usiamo il giudizio morale? Parliamo di cose e di fatti oppure esprimiamo i nostri gusti e le nostre opinioni? Ci sono fatti morali indipendenti da noi e in virtù dei quali i nostri giudizi sono veri o falsi? E, se ci sono, come sono fatti e come si conoscono? Erano queste le domande centrali alle quali rispondeva il volume curato da Sayre-McCord Essays on Moral Realism (Cornell University Press 1988), uno tra i più importanti del dibattito sulle varietà del realismo morale. Oggi, a quasi trent’anni di distanza, Sayre-McCord pensa che per rispondere adeguatamente a queste domande bisogna avere un certo modello di agente razionale, riprendendo un’idea che è solitamente associata a Kant. Il suo progetto riguardo alla natura dei concetti normativi riparte da qui, dalla versione più semplice di ciò che ci è familiare. «I roomba robot rispondono all’ambiente: se incontrano un ostacolo lungo il loro percorso, cambiano strada. Quindi sono capaci di una certa plasticità. Il loro comportamento è regolato, ma non è normativo. Prendiamo, invece, i bonobi. Questi sono agenti capaci di identificare la norma rilevante di una certa comunità sociale e di seguirla. Si tratta di una capacità piuttosto sofisticata ma che non comporta la competenza linguistica. Per fare piani, studiare azioni complesse che producano certi risultati, ovvero, per avere un comportamento strategico, servono concetti come “utile”, “mezzo” e “fine”. Per esercitare questa intelligenza strategica non c’è bisogno di concetti come buono o cattivo. Tali concetti diventano necessari per agenti razionali che fanno distinzione tra agire in conformità a una norma e agire nel rispetto di una norma che si crede corretta. L’agente razionale ha bisogno di questi concetti normativi perché agisce sulla propria rappresentazione di ciò che è bene».

Questa è una distinzione che ha un alto valore predittivo e su di essa si possono fondare le migliori spiegazioni del comportamento razionale. Si tratta di capacità che possono essere educate e sviluppate attraverso la discussione. Attraverso l’educazione queste capacità diventano virtù civiche. È in relazione a ciò che Sayre-McCord menziona il suo impegno nella National School Board Association, un’associazione che è presente in modo capillare negli stati americani e che si occupa di sostenere l’educazione come diritto civile necessario alla dignità e alla libertà dei cittadini. Sayre-McCord sostiene il programma per diffondere l’educazione all’argomentazione filosofica nella scuola media superiore. «È un passo importante per la presa di coscienza dei diritti e l’esercizio delle proprie libertà».

12 - Continua
(Le puntate precedenti sono state
pubblicate dalla Domenica nei numeri
dal 5 giugno al 21 agosto)

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