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René Burri e Ferdinando Scianna alla Casa dei Tre Oci

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René Burri e Ferdinando Scianna alla Casa dei Tre Oci

Si è aperta l'esposizione “Le fotografie di René Burri e di Ferdinando Scianna”, alla Casa dei Tre Oci (fino all'8 gennaio). Nei tre piani dello splendido palazzo nell'isola della Giudecca sono in mostra oltre 150 opere in un continuo richiamo di luci e colori con il Canale della Giudecca a cui il palazzo si affaccia.

Nei primi due piani “René Burri. Utopia”, un centinaio circa di immagini per la prima volta riunite che parlano di architettura e di architetti. La mostra, organizzata da Magnum Photos in collaborazione con la Casa dei Tre Oci e curata da Michael Koetzle, presenta fotografie vintage dunque coeve allo scatto.

Di sala in sala emerge la passione del maestro svizzero per l'architettura, le città, le costruzioni, gli edifici e l'edificare come lavoro dell'uomo in relazione con gli altri uomini e con l'ambiente. Al piano terra fotografie a colori di piccole dimensioni si susseguono una dopo l'altra come a comporre fotogrammi di un film: sono dettagli architettonici visti all'interno di una realtà composita.

Una delle stanze è dedicata alla creazione di Brasilia: immagini in bianco e nero riprendono la nascita della capitale brasiliana, edifici circondati dalla presenza di esseri umani. Molte le città che hanno attirato il suo sguardo e dunque il suo obbiettivo: opere architettoniche si alternano ai volti di grandi architetti come, tra gli altri, Le Corbusier, Renzo Piano, Mario Botta, Tadao Ando, Oscar Niemeyer. Al piano nobile la mostra procede con fotografie sia in bianco e nero sia a colori, di varie dimensioni, sempre sul tema dell'architettura. Quello di Burri non è un approccio basicamente documentaristico, bensì un modo di raccontare il sociale e l'umano attraverso i dettagli dei luoghi che l'uomo abita.

Al terzo e ultimo piano “Il Ghetto di Venezia 500 anni dopo”, a cura di Denis Curti, presenta 55 scatti di Ferdinando Scianna, fotografie per ricordare i 500 anni del Ghetto a Venezia. Dopo molti anni trovarsi di fronte a degli inediti di questo grande Maestro è un avvenimento importante. Scianna si è concentrato sul Ghetto di Venezia, i suoi abitanti, i negozi, le case, le abitudini, il passaggio, allargando il perimetro fino al cimitero ebraico, che pur essendone lontano ne fa parte. Ne ha creato così un racconto per immagini in cui emergono i fatti della quotidianità di un luogo emblematico. La luce che esce dalle finestre delle case alte in Ghetto, la luce riflessa dalla pioggia nel campo, la preghiera del mattino, i ragazzini, le lapidi. La narrazione appare senza tempo, si srotola in gesti consueti, figure di passaggio atemporali, una scenografia immortale con paesaggio dell'umano.

Scianna sostiene che “le fotografie si fanno con i piedi, le si cerca come un cane da tartufo”, e nell'esposizione si avverte il suo andare e venire in questo luogo e il posarsi del suo sguardo: è percepibile la meraviglia del suo lavoro: “ho provato il felice piacere e la felicità che mi ha accompagnato per 50 anni nel fare il fotografo”.

Venezia, Casa dei Tre Oci
dal 26 Agosto 2016 all’8 Gennaio 2017
Le fotografie di René Burri e di Ferdinando Scianna

http://www.treoci.org/

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