Cultura

Il tramonto dei riti

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JONATHAN SAFRAN FOER

Il tramonto dei riti

 Jonathan Safran Foer, 39 anni, nel suo ultimo libro parla di una famiglia in crisi
 Jonathan Safran Foer, 39 anni, nel suo ultimo libro parla di una famiglia in crisi

Di primo acchito, gli ingredienti con cui Safran Foer torna alla narrativa possono sembrare scontati, vagamente franzeniani. Una famiglia ebrea borghese in crisi, i Bloch, con al centro un matrimonio alla fase terminale: Jacob, il marito fragile; la moglie Julia, decisa ma insoddisfatta; i figli diversamente problematici e precoci... Ma la realtà è ben diversa. In primo luogo, lo stile di Eccomi è colloquiale, quasi noncurante, basato su lunghi dialoghi. Abbandonando lo sperimentalismo delle origini, Foer propone una resa iperrealistica dei rapporti umani, con degli esiti quasi sempre straordinari. Inoltre gioca una carta narrativa molto audace: un terremoto che sconvolge Israele, scatena una guerra ed esacerba di rimando le relazioni dei Bloch. Ma non c’è nulla di politico in questo evento: è così enorme da suonare falso, proprio perché lo è. È un pretesto, che tuttavia contiene anche un elemento spirituale: per quanto secolarizzata, l’eco dell’ebraismo non smette di risuonare in queste pagine. La si sente soprattutto nell’ossessione per i riti, quelli religiosi come quelli familiari. Eccomi è un romanzo intriso di ritualità, e in particolare dello struggimento che ne accompagna la perdita d’efficacia. Nessuno ha più fede nelle antiche preghiere, le parole dei rabbini suonano opache. Tutti vagano senza riferimenti, e la costante patina di umorismo che accompagna la storia non rende tale dolore meno acuto. Eccomi, dice Abramo a Dio quando lo chiama al sacrificio del figlio: e in questo romanzo di padri e figli è una risposta che contiene l’essenziale, perché è quella che nessuno ha la forza di pronunciare. Jacob più di tutti ha dimenticato come farlo, e occorre una doppia catastrofe — intima e globale — affinché capisca quanto è importante tale forma d’abbandono, e quanto sia tardi per apprenderla. C’è un’altra versione di questa idea: a un certo punto, suo figlio Sam dice alla ragazza di cui è innamorato: «Mi dispiace di averti ferito». «Perché l’hai fatto?», gli chiede lei. La risposta è il romanzo in una frase: «Perché era un modo codardo di ferire me stesso».

Jonathan Safran Foer, Eccomi, trad. di Irene AbigailPiccinini, Guanda, Milano, pagg. 672, € 22

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