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Independence Day-Rigenerazione: molto rumore per nulla

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recensioni cinema

Independence Day-Rigenerazione: molto rumore per nulla

Un sequel di cui non si sentiva il bisogno: arriva in sala questo weekend «Independence Day-Rigenerazione», deludente sequel del blockbuster del 1996 diretto da Roland Emmerich. Dopo l'attacco sferrato dagli alieni nel film precedente, l'umanità ha sempre saputo che gli extraterrestri un giorno sarebbero tornati: per prepararsi ad affrontare una nuova invasione, le nazioni della Terra si sono unite nel creare un programma di protezione globale, utilizzando proprio le tecnologie aliene. In questo nuovo film, però, un attacco extraterrestre senza precedenti farà rischiare l'estinzione al genere umano. Per salvarlo, dovranno battersi alcuni uomini e donne coraggiosi, tra cui l'ex presidente Whitmore e sua figlia Patricia.

Sequel dalle finalità meramente commerciali, «Independence Day-Rigenerazione» prova a convincere il suo pubblico di riferimento puntando su effetti speciali all'avanguardia e su un 3D che, però, risulta del tutto superfluo. Alcune sequenze sono indubbiamente spettacolari (il “mondo che si ribalta” a causa della forza di gravità, in primis), ma non bastano a tenere alta l'attenzione, visto che il ritmo latita e la narrazione non regala alcuna sorpresa. Il copione, infatti, è pigro e grossolano, praticamente una copia carbone di quello del film precedente. Tornano alcuni attori già presenti nel lungometraggio originale (Bill Pullman, Jeff Goldblum), ma i veri protagonisti sono i “nuovi” Liam Hemsworth e Maika Monroe.

Film più interessante è l'horror «Man in the Dark» di Fede Alvarez. Protagonisti sono alcuni ragazzi che si introducono in casa di un uomo cieco per derubarlo. Considerate le condizioni del padrone di casa, i giovani sono convinti che si tratti di una passeggiata, ma le cose non andranno come previsto…

Dopo aver esordito nel lungometraggio con il remake del cult «La casa», Fede Alvarez firma un prodotto più personale, che punta sulla suspense senza ricorrere a elementi paranormali.

La narrazione è spesso banale e alcuni momenti sono davvero sopra le righe e grossolani, ma in questo horror in apparenza superficiale c'è spazio per un'interessante riflessione sulla solitudine e su cosa si è disposti a fare per proteggere ciò che è proprio. Peccato per una conclusione poco centrata, ma durante la visione c'è spazio per qualche sprazzo di buon cinema e alcuni passaggi riescono a inquietare al punto giusto.

Infine, da segnalare che tra le novità in uscita c'è anche «Tommaso», film di Kim Rossi Stuart che è stato presentato questa settimana alla Mostra di Venezia fuori concorso. Il regista interpreta anche il protagonista, un attore bello ma pieno di nevrosi, che si fa lasciare da Chiara, la sua fidanzata ormai stanca delle sue ossessioni. I molti traumi sentimentali con i quali si ritrova a convivere ogni giorno, lo inducono a cercare senza sosta una libertà assoluta e numerose avventure con altre donne: la realtà però non fa altro che remare contro, alimentando il disagio di Tommaso nel rapporto con l'altro sesso.

Seconda prova dietro la macchina da presa per Kim Rossi Stuart dopo «Anche libero va bene», «Tommaso» è un film scontato e superficiale, pretenzioso e tremendamente autocompiaciuto. Gli spunti degni di nota sono praticamente assenti, anche a causa di una messinscena poco ispirata: ne risulta un film che si dimentica davvero molto in fretta. Nel cast ci sono anche Cristiana Capotondi e Jasmine Trinca.

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