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Antiquaires in mostra al Grand Palais

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Arte

Antiquaires in mostra al Grand Palais

Buddha. Arte del Gandhara, I - II secolo a.C. in vendita da Galerie Jacques Barrère
Buddha. Arte del Gandhara, I - II secolo a.C. in vendita da Galerie Jacques Barrère

Dopo la pausa estiva il mercato dell’arte antica riparte da Parigi, con la Biennale des Antiquaires, fiera d’arte internazionale fondata nel 1950 da André Malraux, ministro della cultura francese di allora. Sarà l’ultima edizione biennale della prestigiosa mostra mercato, giunta al 28° compleanno e in programma dal 10 al 18 settembre negli spazi ottocenteschi del Grand Palais (Avenue Winston Churchill, www.biennale-paris.com); dal 2017, infatti, l’appuntamento diventerà annuale.

Tuttavia il momento è molto travagliato anche per gli scambi dell’arte. In Francia il mercato è scosso dal recente scandalo dei falsi mobili d’alta epoca (il Castello di Versailles e tre gallerie antiquarie parigine – Hervée Aaron, Laurent Kraemer e Jean Lupu - sono al centro di un’inchiesta). In Europa, dopo l’uscita della Gran Bretagna, sono iniziate le grandi manovre, soprattutto da parte delle case d’asta, intenzionate a rafforzare Parigi e New York (la proprietà di Christie’s è francese e il management di Sotheby’s è americano) e a rilanciare Milano, dal 2010 considerata una piazza marginale. Insomma, in una generale instabilità, torna ad avere fascino il vecchio bene rifugio, mentre la svalutazione della sterlina permetterà ai buyers di fare acquisti nella City, risparmiando fino al 15%. Oggi un Basquiat costa come un Raffaello e può essere interessante investire nell’antico, sapendo che i prezzi sono i più bassi degli ultimi dieci anni.

Presieduta da Henri Loyrette e da Dominique Chevalier, la kermesse parigina si articola in spazi luminosi, allestiti a superfici pecchianti dalla scenografa Nathalie Crinière. A esporre sono 123 mercanti, tra cui gli specialisti di pittura antica che prima preferivano partecipare a «Paris Tableau» e ora sono in collaborazione e non più in rivalità con la Biennale. Gli operatori, tutti di altissimo livello – circa il 36% in più rispetto all’edizione del 2014 - provengono da tutto il mondo, soprattutto da Gran Bretagna (11) e dall’Italia (7). I nostri porta bandiera sono: Antonacci Lapiccirella, Alberto di Castro, Carlo Virgilio, Bottegantica, Chiale, Maurizio Nobile e la newentry Robertaebasta.

Tra gli stand si segnala quello di Giovanni Sarti, che propone una ventina di rari dipinti dal XIV al XVII secolo di autori “da intenditore” come il Maestro delle anconette ferraresi, Giovanni da Modena, Michele Tosini (detto Michele di Ridolfo del Ghirlandaio) e Matteo Loves; oltre ad alcuni mobili in marmo e pietra dura e ai pittori Primitivi e Caravaggeschi, che sono la passione dell’antiquario oriundo marchigiano Giovanni Sarti e la specialità della sua galleria parigina. Da Jacques Barrère, invece, spicca l’arte dell’estremo Oriente. Nel corso degli ultimi tre anni, infatti, l’antiquario francese ha raccolto un importante gruppo di sculture del Buddha. Selezionate in base a criteri di bellezza, provenienza e rarità, rappresentano tutti i periodi dell’arte buddista, dalle statue in pietra del Gandhara (II secolo a.C.) a quelle in legno di sandalo del Giappone del periodo Heian (794 -1185).

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