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I passi di uno Stregatto

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Musica

I passi di uno Stregatto

Coreografo. Ohad Naharin
Coreografo. Ohad Naharin

Il gigante “Torinodanza 2016” è partito, roboante, energico, pieno di spettacoli imperdibili sino a novembre, e di iniziali sogni contestati. Eppure il gran successo di Tre di Ohad Naharin per la Batsheva Dance Company, al Teatro Regio, non è stato scalfito dalle dure polemiche e dall’invettiva di Brian Eno: «Via la mia musica dallo spettacolo pro Israele». Ovvero da Humus, la seconda parte del trittico, appena proposto da “Oriente Occidente” di Rovereto.

Forse Eno non conosce la città di Fortunato Depero, di certo non ha visto Mr.Gaga, anima e corpo di un genio della danza. Nel film di Tomer Heymann (2015) - parte di un ampio focus torinese su Naharin -, il coreografo si dice «stanco di vivere in un Paese infestato di razzisti, bulli, fanatici, dove l’ignoranza si unisce agli abusi di potere». «Questo governo mette in crisi non solo il lavoro artistico ma la nostra stessa esistenza. Continueremo a stare qui?». In Mr.Gaga non si danno risposte. La pellicola infila in ordine non cronologico estratti da mirabili coreografie, e va su e giù nella vita dell’artista.
Nato nel Kibbutz Mizra (1952), Ohad ragazzino danza per comunicare con un gemello autistico. Le immagini, però, mentono: il gemello non esiste…Bugia alleggerita da un’autodefinizione: «sono lo Stregatto di Alice nel Paese delle meraviglie», consapevole “dell’animale che sono”, e “del bambino in me” anche da soldato, nella Guerra del Kippur.

Aggressivo e dolce come il suo Gaga, la ricerca sul movimento sulla quale ci siamo già soffermate (Domenica 7 agosto), Ohad approda a 22 anni - tardivo studente - nella Batsheva Dance Company, ancora dominata dal ricordo sacro della protettrice Martha Graham. Lei lo vuole interprete, a New York, nella sua compagnia e lui ci resta solo sei mesi. Con Béjart non va meglio: Ohad fugge «per non finire in un ospedale psichiatrico». Cede, però, a Cupido: l’incontro con Mari Kajiwara, grande danzatrice e assistente di Alvin Ailey, sboccia in matrimonio, con la nascita di un gruppo, nella Grande Mela, dall’esprit pop.

Nel 1990, viene richiamato a Tel Aviv per dirigere la Batsheva Dance Company. Il film si sofferma su ballerini, dilettanti, anziani, disabili intenti a praticare Gaga. Il training è terapeutico anche contro il dolore: nel 2001 travolge il suo stesso inventore dopo la prematura scomparsa dell’adorata consorte. Oggi, guarito danzando, Naharin asserisce di non distinguere più tra coreografia e interpretazione… e qualcuno, l’anno scorso, al debutto di Last Work, ha sospettato l’idea di un suo ritiro. La compagnia israeliana vanta, però, tournée nel mondo; Gaga spopola anche da noi, e il film di Heymann, senza toccare le vette in 3D di Pina di Wim Wenders, potrebbe ben eguagliarlo al botteghino. Quanto a Tre, la musica di Brian Eno è stata sostituita nel rispetto delle idee del musicista. Lo spettacolo non ne ha affatto risentito.

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