Cultura

Arrivano gli Who, icone mod che «inventarono» il concept album

  • Abbonati
  • Accedi
musica

Arrivano gli Who, icone mod che «inventarono» il concept album

«I hope I die before I get old». Spero di morire prima di diventare vecchio. Una manciata di parole fin troppo semplici da comprendere, nette nella loro semplicità, al tempo stesso difficili da digerire. E infatti l'opinione pubblica inglese, nei pur libertari anni Sessanta, non le digerì. Un verso, di più: uno slogan. Si chiudeva così la prima strofa di «My Generation», il singolo-manifesto che nel 1965 impose rapidamente gli Who come «terza forza» del rock britannico, dietro Beatles e Rolling Stones. Molto di più: la testa di ponte del movimento mod che promuoveva un approccio più ricercato, eccentrico, consapevole alla musica e alla vita.

Ciò che di lì in poi ci avrebbero regalato – l'apparizione a Woodstock, i concept album «Tommy» e «Quadrophenia», il capolavoro «Who's Next» - è semplicemente storia. Una storia lunga mezzo secolo che arriva qui da noi con due tappe di «The Who 51! Tour», la tournee mondiale che li porterà a esibirsi anche all'attesissimo festival «Desert Trip» di Indio California. Sabato 17 settembre suoneranno all'Unipol Arena di Bologna, lunedì 19 al Mediolanum Forum di Assago mettendo in scaletta quanto di meglio hanno fatto in carriera, dalla commovente «Behind Blue Eyes» alla travolgente «Pinball Wizard», passando per l'urlo disperato di «Won't get fooled again».

Certo, la line-up della band è parecchio rimaneggiata: accanto al chitarrista-ideologo Pete Townshend con la sua Fender suonata «a mulinello» è rimasto Roger Daltrey e la prodigiosa potenza delle sue corde vocali, perché Keith Moon e John Entwistle - che insieme componevano una tra le migliori sezioni ritmiche rock di tutti i tempi - hanno purtroppo per noi interpretato troppo fedelmente quell'«I hope I die before I get old» degli esordi. Ma in questo caso esserci equivale a timbrare il cartellino con la storia.

Attenzione anche a quanto accade a Bari dove, alla Fiera del Levante, dal 16 al 18 settembre si svolgerà «L'Acqua in Testa Music Festival», con diversi protagonisti degli ultimi 20 anni di musica indie in vesti talvolta insolite. Si parte con Skye & Ross (16 settembre), spinoff dei Morcheeba che mette insieme la cantante e il chitarrista del gruppo trip hop noto al grande pubblico per «Rome wasn't built in a day», si prosegue con il dj set di Skin, la front leader degli Skunk Anansie, e l'elettronica degli Hot Chip (17 settembre), si chiude con il post rock dei Battles e il dj set di Mogwai (18 settembre). Completa il quadro un bel po' di jazz.

Al Blue Note di Milano, per esempio, il 20 settembre si segnala il Jeff Ballard Trio, progetto che il virtuoso americano della batteria condivide con Lionel Loueke (chitarra) e Chris Cheek (sax). Entra nel vivo la rassegna Pomigliano Jazz: il 16 settembre al Palazzo Mediceo di Ottaviano Marco Zurzolo sarà protagonista del progetto «Chiamate Napoli… 081», il 17 settembre al Parco delle Acque di Pomigliano d'Arco c'è il compositore norvegese Bugge Wesseltoft in duo con Christian Prommer tra elettronica e post-jazz, il 18 settembre nella stessa location sarà la volta dell'Orchestra Napoletana di Jazz diretta da Mario Raja.

© Riproduzione riservata