Cultura

Miss Italia dilatata

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NON è MAI TROPPO TARDI

Miss Italia dilatata

  • – di Asif

«E vi ricordo che per fortuna Miss Italia continua!», con questa frase, il conduttore Francesco Facchinetti (il Capitano Uncino figlio dei Pooh, per capirsi) saluta il pubblico e pone fine alla settantasettesima edizione del concorso di bellezza, trasmesso in diretta su La7. È in effetti un congedo curioso, ai limiti dell’ossimorico: ma insomma, viene da chiedersi, il programma è finito o no? La tizia con la coroncina luccicante in testa è la nuova Miss 2016 o la gara tra bellocce è destinata a continuare? E soprattutto: quale minaccia si cela dietro quel “per fortuna”? Per fortuna di chi? Non certo dei telespettatori che hanno assistito alla solita kermesse datata (e dilatata: più di quattro ore di diretta) e retrograda, malgrado i disperati tentativi di spacciarla per un’iniziativa originale e quasi ardita. Rivendicata infatti come scelta azzardatona, da quest’anno sono presenti in gara le cosiddette “curvy”, bellezze dalle forme prosperose, storicamente soppiantate dalle silhouette filiformi. Ora, a parte il fatto che il ricorso all’anglismo suscita un certo sospetto, perché c’è sempre il rischio che nasconda una traduzione infelice (le avessero chiamate “le ciccione” forse non ci sarebbe stato tutto questo garbato fascino a riguardo), l’operazione poteva anche interessante se le ragazze “morbide” avessero ricevuto un trattamento alla stregua delle altre, ma invece, oltre a portare la scritta “curvy” sulla fascia (ma perché? Non si capiva?), sono state oggetto – e soggetto – di varie polemiche: dalla madre della silfide che, piccata, pretende un concorso «dove le curvy gareggino solo con le curvy», agli appelli strappalacrime del Facchinetti («ci abbiamo messo anni per eliminare i canoni della bellezza, adesso non faremo retromarcia!»), fino a loro stesse che si danno il colpo di grazia, dicendo cose quali «ma non vi siete stancati dello stereotipo di donna magra che fa i capricci e vuole regali costosi? Io vi dico: prendetevi una curvy, le date una teglia di lasagne ed è sempre contenta!».

Per il resto, il concorso è la solita accozzaglia di rituali beceri (l’estenuante appello delle promosse e bocciate), sfilate in abiti da sposa, auto-presentazioni da brivido («preferisco un uomo che mi toglie il rossetto piuttosto che un uomo che mi rovini il mascara») e momenti sublimi, come quando l’aspirante reginetta confessa a Raoul Bova che la madre, mentre era incinta, non aveva voglia di cacao o panna montata, bensì “dei suoi occhi”, e per questo lei è nata con gli occhi blu.

E vi ricordo che Miss Italia continua. Per fortuna.

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