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Maestro di drammi familiari

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edwaurd albee (1928-2016)

Maestro di drammi familiari

Edward Albee
Edward Albee

Viveva, come il Grande Gatsby, a Long Island, e lì si è spento venerdì nel sonno, nella sua casa a Montauk: Edward Albee aveva 88 anni e fino a quel momento era considerato il più grande drammaturgo americano vivente dopo la morte di Arthur Miller nel 2005.

Albee divenne famoso al mondo nel 1962, grazie al successo di Who’s afraid of Virginia Woolf? (Chi ha paura di Virginia Woolf?), poi trasposto al cinema nel ’66 da Mike Nichols e interpretato da Elizabeth Taylor e Richard Burton. Non fu, tuttavia, quell’opera, a suo tempo scandalosa, a regalargli il Premio Pulitzer, vinto ben tre volte per lavori successivi: A Delicate Balance (1967), Seascape (1975) e Three Tall Women (1994). Negli anni, Albee si è guadagnato numerosissimi blasoni, tra cui un Tony Award alla carriera, una Medaglia d’oro dall’American Academy and Institute of Arts and Letters e una Medaglia nazionale delle Arti.

Come i suoi illustri predecessori Eugene O’Neill e Tennessee Williams, Albee fu maestro di psicologismo e cinismo, smascherando nelle sue pièce le anguste dinamiche coniugali e le claustrofobiche relazioni famigliari. Ispirato dai più cerebrali colleghi europei, come Ionesco, Beckett ma anche Sartre, il drammaturgo contribuì a importare negli States la nuova moda dell’“assurdo”: non a caso, egli debuttò su un palcoscenico berlinese nel 1959 con Zoo Story, estraneo com’era all’inizio a Broadway e off-Broadway.

Nato nel 1928 a Washington, ma subito adottato da una facoltosa e mondana coppia newyorkese, Edward si interessò precocemente al teatro, settore d’affari della famiglia adottiva (il nonno Edward Franklin Albee II era un magnate del vaudeville e possedeva diversi teatri). Figlio ribelle e studente scapestrato, l’artista lasciò presto la casa paterna: a suo dire, scoprì di essere omosessuale all’età di 12 anni e mezzo; tuttavia, precisò in un’altra intervista, «non sono uno scrittore gay. Sono uno scrittore a cui capita di essere gay». Il compagno della sua vita fu lo scultore Jonathan Thomas, morto nel 2005 di cancro.

Grazie al successo e ai denari incassati con Chi ha paura di Virginia Woolf?, Albee creò una sua personale Fondazione per ospitare e foraggiare artisti e scrittori. In Italia, l’ultima rappresentazione di quella fortunata commedia s’è vista la scorsa stagione a firma di Arturo Cirillo, mentre la prima messinscena, nel 1963, fu diretta da Franco Zeffirelli e interpretata da Enrico Maria Salerno, Sarah Ferrati, Umberto Orsini e Manuela Andrei. Ennio Flaiano, sull’Europeo, la recensì positivamente, pur non risparmiando qualche velenosa stoccata all’autore: «Albee è certamente un mostro di bravura, ma un mostro ricapitolativo, che non scopre niente, conosce molto bene i suoi autori, l’umore del suo pubblico e il momento giusto... Ora, a mente calma, dobbiamo confessare di non aver paura di Virginia Woolf».

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