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Il gruppo che non fa tremare l’Italia

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renzo piano

Il gruppo che non fa tremare l’Italia

Amatrice, la nuova scuola dopo il terremoto (LaPresse)
Amatrice, la nuova scuola dopo il terremoto (LaPresse)

Senza trascurare il “rammendo” delle periferie (operazione per la quale sono ora disponibili i 500 milioni di stanziamento promessi da Renzi a novembre 2015), nella sede romana del gruppo G124 - il team di giovani architetti guidato da Renzo Piano - ora si lavorerà anche sul post-terremoto. L’idea che si fa strada - in attesa che diventi operativa quella “Casa Italia” che sarà il braccio operativo della ricostruzione - è di definire una serie di “progetti- campione” adattabili alle tipologie abitative più diffuse nelle aree a maggior rischio sismico, e cioè il Friuli, l’Umbria, il Molise, il Lazio, la Campania e la Sicilia. Dove, detto per inciso, abitano all’incirca 21 milioni di persone, cioè un terzo della popolazione nazionale.

In pratica, dal laboratorio di Piano usciranno (gratuitamente) dei progetti “chiavi in mano” ai quali si potrà fare riferimento per mettere in sicurezza il proprio immobile. Le tipologie dovrebbero essere cinque: edifici in pietra, edifici in mattoni costruiti negli ultimi 70 anni, edifici in mattoni vecchi più di 70 anni, edifici in calcestruzzo costruiti negli ultimi 70 anni, e infine edifici in calcestruzzo vecchi più di 70 anni. Il costo dell’intervento dovrebbe essere a carico dei proprietari, ovviamente con il sostegno dello Stato attraverso incentivi e sgravi fiscali sul tipo di quelli già offerti per interventi di risparmio energetico. Lo Stato si farebbe invece carico direttamente della ristrutturazione antisismica degli edifici pubblici, a cominciare da scuole e ospedali. L’orizzonte temporale di tutta l’operazione, per usare le parole di Piano, sarebbe di almeno 50 anni, cioè due generazioni.

Nel gruppo G124 (dove la G sta per Palazzo Giustiniani, che ospita gli studi dei senatori a vita, e 124 è il numero dell’ufficio di Piano) lavorano giovani architetti selezionati per concorso in tutta Italia e retribuiti con lo stipendio da senatore dello stesso Piano. A chiedere la sua collaborazione per l’ambizioso progetto di mettere in sicurezza le zone sismiche italiane è stato il presidente del Consiglio, in un incontro avvenuto a Genova lo scorso 28 agosto, quattro giorni dopo il terremoto nell’Italia centrale. I due si sono incontrati nuovamente il 19 agosto a New York, dove Renzi si trovava per l’assemblea dell’Onu e l’altro per seguire i lavori del nuovo campus della Columbia University. Per la giornata giovedì 29 settembre, quando Piano parlerà della sua idea di ricostruzione nell’aula di Palazzo Madama, Renzi ha già annunciato la sua presenza.

Nel frattempo il professor Giovanni Azzone, docente di ingegneria gestionale al Politecnico di Milano dove è anche Rettore, è stato scelto dal premier come project manager di Casa Italia, nella quale lavoreranno sismologi, psicologi, geologi, strutturisti, con il compito di coordinare il dopo-sisma e introdurre in Italia una vera cultura della prevenzione. Quanto a Piano, ispirerà il team dall’esterno, fornendo i progetti-modello e insistendo su un paio di idee - guida: gli interventi sugli edifici dovranno uniformarsi a pochi e super-collaudati modelli per evitare la pericolosa epidemia (tipicamente italiana) del “fai da te”, e non dovranno comportare l’allontanamento degli abitanti, che solo per la durata degli adeguamenti antisismici verrebbero trasferiti in strutture provvisorie (e riciclabili) allestite nelle vicinanze.

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