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Leggere a Torino

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Arte

Leggere a Torino

Un unico grande Salone del Libro in Italia non si fa. Ce ne saranno due di mobilitazioni. Considerati i numeri dell’industria culturale è un abbondare nella carestia: una sorta di trionfo barocco nell’addio al libro. La guerra tra Torino e Milano è finita male. Milano avrà una fiera, Torino continuerà col Salone perché – come dice Chiara Appendino, il sindaco – quella del Lingotto è una storia che «non si cancella, ma si onora».

Due, comunque. A distanza ravvicinata quanto a date. E a pochissima distanza quanto a chilometri visto che la Mole e il Duomo sono sulla stessa tratta. Il duello avrà luogo ma in tema di libri Torino ha un vantaggio: il Circolo dei Lettori. È il posto più bello dove andare, ha sede nel secentesco palazzo Graneri della Roccia, nel cuore della città e non ha eguali in Italia. Aperto a tutti, il Circolo – sostenuto dalla Regione Piemonte – è esclusivo perché tiene fuori il balubismo imperante.

Caro raro e puro di bene pubblico è così bello – con quel grande e lungo tavolo collocato a favore di vetrata, all’ingresso – da contaminare in bellezza chi vi arriva per accomodarsi e lì leggere, ascoltare, raccontare e pensare.

Capitano tante cose dentro il Circolo. Reading, incontri, conferenze e infine tutto un andirivieni di gente che consuma giornali e libri e ne gode come nella festa squillante dell’intelligenza più umile, senza mai la prosopopea dei venerandi somari votati al totem del «marketing commerciale». Leggere è un atto rivoluzionario. Maurizia Rebora, direttrice del Circolo – con Luca Beatrice, il presidente – sa bene quale sia il motto dei combattenti: «Tomorrow is too late to read». Nato nel 2006 il Circolo compie dieci anni e fa festa il 7 ottobre prossimo. Evviva.

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