Per svelare il più avvincente dei gialli culturali dei nostri giorni Claudio Gatti, giornalista investigativo di prima grandezza, ha seguito la “pista finanziaria” e ha individuato le “tracce contabili” che portano a indicare chi è la vera Elena Ferrante con il massimo dei riscontri possibili. Si è immerso dentro le pieghe più nascoste di questo mistero. Carta dopo carta, verifica dopo verifica, ha trovato i segni che lo hanno portato a identificare “l’immaginaria figlia di una sarta partenopea” nella traduttrice Anita Raja, questo nome è stato fatto più volte, e a trovarne la conferma nei suoi compensi scanditi dai tempi e dai successi delle opere di Elena Ferrante, questo non lo aveva documentato ancora nessuno.
La Domenica del Sole 24 Ore è un unicum assoluto nel panorama italiano, un supplemento culturale nel cuore di un giornale economico, e non è casuale che questa inchiesta venga pubblicata qui, in questa casa, dove si mettono insieme l’economia con le sue regole e la cultura che vive di passioni letterarie e scientifiche, il gusto di scavare, senza mai fermarsi all’apparenza. L’idea di esplorare la “pista finanziaria” è proprio figlia del nostro bagaglio di storia e di competenze. Gatti ha portato a termine la sua mission, ha trovato tutti gli elementi possibili di “evidenza contabile”, ma ha anche allargato lo spettro dell’inchiesta giornalistica: ha individuato curiosità, coincidenze e contraddizioni e le ha intrecciate con comportamenti e testi. Ha poi messo in fila i fatti, quelli pubblici e quelli meno noti, dopo averli riscontrati tutti.
Oggi abbiamo deciso di raccontarveli e farete voi le valutazioni del caso, ma la cosa che mi ha colpito di più di questo lavoro è che Gatti si è appassionato all’opera narrativa ed è entrato, con lo stesso spirito investigativo, dentro la “sua” storia e i suoi personaggi. Ha scoperto che quello di Elena, detta Lenù, la protagonista della tetralogia dell’Amica geniale era il nome di una zia molto amata della Raja, e poi c’è Nino, il nome dato al grande amore di Lenù, esattamente come viene chiamato in famiglia Domenico Starnone, marito della traduttrice-autrice. Dall’inchiesta emerge anche il peso del tragico vissuto giovanile della madre di Anita Raja, un’ebrea di origine polacca sfuggita prima al nazismo e poi alla persecuzione fascista. Ne viene fuori una trama investigativa e familiare composita dove sentimenti, vita privata e identificazioni contabili si intrecciano e, spesso, si sovrappongono. All’altezza del mistero da svelare, tutto da leggere.
«Memorandum», la rubrica del direttore Roberto Napoletano, tornerà settimana prossima
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