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L’elettricità «alternative» dei Biffy Clyro per accendere Firenze

Calano vertiginosamente le temperature? Che ne direste di una bella boccata d'aria rock, roba senza tanti fronzoli? Se siete amanti del genere, molto probabilmente la settimana della musica dal vivo troverà il modo di accontentarvi. Giudicate voi: giovedì 20 ottobre, all'Obi Hall di Firenze, unica data italiana dei Biffy Clyro, la «migliore live band in circolazione» secondo Onstage Magazine, «energia pura» per il Guardian.
Mica per caso: per la band scozzese calcare le scene dei maggiori festival è una sana abitudine. I loro live sono energia pura, riff affilati, tutto alternative rock e pop punk, caratteri che sono serviti a imporli tra le band più amate in circolazione. L'ultimo album, «Ellipsis», uscito a luglio per Warner Music ha dimostrato che i tre sono capaci di evolversi e al tempo stesso rimanere fedeli al loro stile. Il disco arriva a tre anni dal successo di «Opposites», con cui la band di si è aggiudicata il premio Best Album ai Kerrang! e ai Q Awards. Citando diverse influenze - come l'album «Songs From The Big Chair» dei Tears For Fears, Dj Arca e i Deafheaven - il vocalist Simon Neil ha descritto l'ultima fatica discografica «più un pugno sul naso che un grande abbraccio». Per dire: i testi affrontano problemi personali con l'idea di «combattere» che ricorre. Come diceva il tizio, provare per credere. Sempre di rock and roll stiamo parlando, ma con coordinate più congeniali a chi è cresciuto negli anni Ottanta, nel caso di Bob Mould. Vedi alla voce Hüsker Dü, band fondamentale della scena hardcore americana che il signore in questione capitanò, in qualità di chitarrista e cantante, fino al 1987. Gli anni sono passati ma Mould non ha certo dimenticato come si fa: ne sono una prova l'ultimo album, «Patch the Sky» risalente a marzo di quest'anno, e il tour mondiale in corso che, prima di arrivare negli States, farà tappa ai Magazzini Generali di Milano (14 ottobre) e all'Estragon di Bologna (15 ottobre). E poi, vi ricordate Ray Wilson? Sì, proprio il chitarrista e cantante scozzese che ebbe in sorte di sostituire Phil Collins nei Genesis nella seconda metà degli anni Novanta, ai tempi di «Calling all Stations», non c'è che dire: un compito ingrato. Quell'avventura fu archiviata in tempi record, anche a causa della freddezza dei fan della band, e Wilson ha continuato infilando sei album solisti, ultimo dei quali il recente «Makes me think of home». Lunedì 17 ottobre arriva a Milano con la sua band, per un'esibizione al Fabrique. Appuntamento di culto per gli appassionati di metal e affini il 19 ottobre sempre nel capoluogo lombardo, dove all'Alcatraz si esibiranno Blue Pills, Kadavar e Stay Train. Per chi si ciba di sperimentazioni, il 20 ottobre al Cellar Theory di Napoli si esibisce invece Alexander Hacker, già membro degli Einstürzende Neubauten, con la performer americana Danielle de Picciotto. I due insieme condividono il progetto «Perseverantia». Sul versante jazzistico, in ultimo, segnaliamo il piano di Uri Caine che, in trio con i fidati Mark Helias (contrabbasso) e Clarence Penn (batteria), farà tappa al Bollate Jazz Meeting (17 ottobre) e alla Sala Vannini di Firenze (18 ottobre). Jason Marsalis, virtuoso delle bacchette e membro più giovane della celeberrima famiglia di interpreti jazz, con il suo Vibes Quartet il 18 ottobre sarà protagonista al Blue Note di Milano. Stessa cornice, giovedì 20, per il doppio live act del Michael Landau Group.

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