Cultura

La canzone d’autore italiana ora parla le lingue

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Dal 20 al 22 ottobre il premio tenco 2016

La canzone d’autore italiana ora parla le lingue


Non un Festival (della canzone italiana), ma una rassegna (della canzone d'autore). Per chi ci sarà, saranno tre giorni di incontri, racconti anche improbabili e probabili meraviglie che faranno la piccola felicità di chi si aggiudicherà una poltrona in platea o in galleria. E di chi si è già aggiudicato un posto sul palco. Puro artigianato d’autore, espressione irrinunciabile della nostra cultura popolare, non riproducibile e, purtroppo, difficilmente esportabile. Da giovedì 20 a sabato 22 ottobre il palco old school dell’Ariston di Sanremo racconterà, ancora una volta, la storia e la cronaca di quella cosa che almeno tre generazioni d’italiani hanno chiamato con orgoglio adolescenziale (generazione dopo generazione) canzone d’autore.

Oggi, per comodità e coerenza, porta il nome di musica italiana, in primis perché ogni canzone o composizione ha un autore, poi perché la nostra canzone naviga da tempo tra mondi assai eterogenei, dal folk, alla world music, dalla musica leggera e al jazz, dal rap alla musica elettronica e di ricerca. Non facendosi mancare neppure il salto linguistico: la canzone d'autore italiana ora si confeziona anche in inglese, in francese, in sardo. O in dialetto.

Così è anche per questa edizione, in cui il Tenco festeggia quattro decenni giusti di scommesse (perse e vinte) e consacrazioni. E di ostinazione ad andare avanti, nonostante l’indifferenza della cultura mainstream verso un fenomeno che ha attraversato troppe feritoie sociali e ideologiche per apparire, a chi ha vent'anni, davvero libero e globale. Intanto, come ogni anno, sono in arrivo a Sanremo i testimoni di oltre mezzo secolo di canzone italiana, compresa quella che verrà.

Vincitore assoluto del Tenco 2016 è Niccolò Fabi (nella foto in alto) con “Una somma di piccole cose”; e nemmeno tanto piccole, perché talento, determinazione, serenità e umiltà moltiplicano finalmente il valore di un cantautore rapsodico eppure sempre coerente con una certa idea di canzone. Leggera e d’autore; il massimo, per una rassegna come questa. Fabi sarà sul palco venerdì prossimo, insieme a Claudia Crabuzza, meravigliosa voce coltivata con la gavetta in solidi ensemble indipendenti (come i sardi Chichimeca), che incassa la Targa per l’album in dialetto catalano algherese e in lingua sarda “Com un soldat”. Ma al Tenco si condividono anche le vittorie e la Targa dialettale arriva anche nelle mani esperte di James Senese & Napoli Centrale con “'O sanghe”, opera ruvida e autentica. Sassofonista, compositore e cantante, Senese ha dato vita al Neapolitan Power, insieme al cantante, compositore e sassofonista Enzo Avitabile (all’Ariston venerdì con la cantante palestinese Amal Murkus), quando ancora il Tenco stava aprendo i battenti. Senese sarà a Sanremo giovedì, insieme alla rivelazione di questa edizione, il cantautore (sì, proprio cantautore) Francesco Motta, polistrumentista che firma l'album d’esordio “La fine dei vent'anni”, dopo esperienze precoci con Nada, Zen Circus, Pan del Diavolo. Pop di ricerca, dove e come non te lo aspetti.

Poi gli ospiti internazionali (Bombino e Stan Rigway, ché la nostra canzone respira da sempre il vento del folk e della world music), la “Bomba intelligente”di Francesco Di Giacomo storica voce del Banco del Mutuo Soccorso (è mancato due anni fa) cantata da Elio e le Storie Tese e un inedito Peppe Voltarelli, Targa in qualità di interprete del nostro più formidabile cantastorie, Otello Profazio da Rende, provincia di Cosenza. Giovedì Voltarelli presenta una piccola opera globale: Voltarelli canta Profazio è un album-libro edito da quel collettore di storie del nostro sud che è la casa editrice Squilibri e completato da saggi puntuali di Domenico Ferrari, Laura Lombardi e Carlo Muratori, da un racconto e da preziosi decollages. Infine, Luigi Tenco.

Al Maestro è dedicata l'ultima serata (sabato) di questa edizione, Come mi vedono gli altri; cinquant’anni senza Tenco, quaran’'anni dopo il Tenco, tutto in una sera (replicata ai Tenco Talks di Aosta il prossimo 28 gennaio, nel cartellone della Saison Culturelle); sarà un lungo viaggio nella canzone del grande e sfortunato cantautore con Ascanio Celestini, Roy Paci, il rapper Kento, Marina Rei, il folksinger canadese di Bocephus King, Diego Mancino, Morgan, Noemi e la giovane Vanessa Tagliabue Yorke. Tutto bene, dunque? Sì, ma al Tenco si arriva sempre con la foga del naufrago, che attracca sull’isola che non c'è, rischiando pure di affogare nel mare calmo dell’indifferenza. Questione di sopravvivenza. Si va avanti grazie alla passione del Club e del suo Direttore De Angelis, alla generosità dei cantautori che sovente offrono una serata alla causa e agli sforzi economici dei pochi sponsor (il Tenco esiste grazie al carburante innestato da Siae, Coop Liguria, Comune e Casinò). Per il resto, loro (i cantautori) sono sempre qui, ogni autunno, a raccontarsi con jack e chitarra. E raccontarci che in Italia di canzoni si può morire (Tenco), vivere o - addirittura - sopravvivere.
r.piaggio1@me.com

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