Cultura

Vicini a Dio sul Monte Athos

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Vicini a Dio sul Monte Athos

Si fa presto a dire Dio. Ma dire, di per sé, non significa ancora nulla. Dio chiede di cercarlo, di “sentirlo”, di mettersi in comunicazione con un’Assenza. I monaci del Monte Athos lo sanno bene. Abitanti di un mondo fuori dal tempo, una “Repubblica Monastica”, territorio autonomo all’interno della Grecia retto da regole di altri tempi, vivono lontani anni luce dal nostro presente. Folli? Può darsi. Invasati? Se ne può avere il dubbio. Eppure... Eppure, quando si ha la fortuna di accedere alla Montagna Sacra, a questo lembo d’Europa sospeso nel passato (loro direbbero: nell’Eternità) si è colti almeno dal dubbio. E se, sotto sotto, queste persone barbute, vestite di nero, avessero afferrato qualcosa che a noi sfugge? Gli autori del documentario si muovono proprio da questo dubbio. Non esaltano, ma nemmeno condannano quanto la macchina da presa registra. Un paesaggio di una bellezza unica, formidabile, innanzi tutto. Un territorio sacro alla Vergine, e che in suo onore non è stato offeso dalla speculazione edilizia (questo davvero un Miracolo!); una serie di monasteri uno più bello e imponente dell’altro, raggiungibili solo percorrendo strade sterrate; un’ospitalità rustica ma cortese. E ovunque, nei mesi caldi, un volteggiare felice e irrefrenabili di rondini, che qui trovano sicuro rifugio. Certo, gli angoli più segreti restano segreti, com’è giusto che sia. Le chiese più antiche, impareggiabilmente ricche, possono dischiudersi solo agli occhi del pellegrino, rigorosamente di sesso maschile, che si sobbarca la fatica (e il piacere) di visitarle di persona. Ma, con grande pudore, i registi seguono alcuni religiosi che vivono appartati, mostrando la loro semplicissima vita quotidiana. Per finire in modo corale, con le luci, le preghiere, i canti di una lunga festa religiosa. Certo, si fa presto a dire Dio. Sul Monte Athos si ha l’impressione di essergli almeno un poco più vicino.

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