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Tappeti e sedie da scoprire

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Tappeti e sedie da scoprire

Arte. Le seggiole di Gio Ponti
Arte. Le seggiole di Gio Ponti

Come sempre, bisogna attendere che l’occhio attento di qualcuno ci faccia guardare con attenzione per ricordare che la bellezza, e la meraviglia, ci sono più prossime di quanto non immaginiamo. E questo accade ancor maggiormente quando ci imbattiamo in realtà che possono sembrare minori, ma che invece nascondono tesori da scoprire e valorizzare. Solo i libri, poi, possono restituire in tutta la loro commovente e mirabolante storia certe realtà. Per dire: ecco l’appassionante vicenda della Società Antonio Volpe (titolo omonimo del libro edito da Silvana, pagg. 160, 200 ill., € 35,00) una realtà italiana del miglior design made in. Friulana di Udine, produceva (tra fine Ottocento e i primi 30 del Novecento) sedie, dondoli, mobili di tale qualità che molti li scambiavano per i ben più celebri Thonet o Kohn. Grazie al meticoloso lavoro di Manuela Lombardi Borgia e Giovanni Renzi siamo ora in grado di conoscere e apprezzare il lavoro della Anonima Antonio Volpe, che ha prodotto design e che non a caso trova posto in alcuni musei per intenditori.

E vanno ugualmente ringraziati per lo splendido lavoro di recupero Matteo Fochessati e Gianni Franzone, i due conservatori della genovese collezione Wolfsoniana. Una mostra, studi, e una passione non comune ha permesso loro di pubblicare finalmente questo splendido La trama dell’arte. Arte e design nella produzione della Mita (Sagep),che ripercorre i fasti e, purtroppo, la decadenza della MITA (Manifattura Italiana Tappeti Artistici), nata nel 1926 per merito del geniale Mario Alberto Ponis e vissuta fino al 1976. Avevo già parlato della mostra genovese e attendevo il libro: l’attesa non è stata vana. Siamo di fronte a una amorevole curatela (e lode ai saggi scritti molto bene) per un’azienda di tappeti che ha lavorato, fin dall’inizio, con i migliori artisti su piazza. E se Depero disegna fin dal 1927 i bozzetti (ne pubblichiamo uno sopra: purtroppo non è mai stato rintracciato un tappeto finito, ma mai disperare: magari qualcuno lo ha sempre visto nella casa della nonna...), ecco che, pian piano, dal rapporto con il più grande maestro del «bel vivere», il guru Gio Ponti, la manifattura decolla. È lo stesso Ponti a disegnare un tappeto («Seggiole», curiosamente eseguito con la mancanza di due punti rossi dal disegno originale, che rendono di difficile percezione la figura delle sedie), poi verranno negli anni Labò, Martini, Buzzi, Paulucci, Luzzati, Carmi, Pomodoro... Non solo tappeti annodati, ma anche arazzi, foulard, arredamenti per i transatlantici e le navi da crociera. È una meraviglia che volentieri lascio scoprire a lettori curiosi. Voglio ribadire solo una questione che emerge con forza da questi due libri, come da molte mostre: siamo circondati da progetti, idee, manifatture e realizzazioni di eccelsa qualità. L’arte non sta solo nei musei. Cercatela anche in cose più “umili”, un tappeto, una sedia, un vaso, un bicchiere: spesso la troverete, e dà lo stesso piacere di un Picasso, una poesia di Montale, una musica di Bach. Abbiate il coraggio, la forza, la curiosità di cercare e provare la meraviglia!

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