Due mesi fa il Festival di Salisburgo; e poi la celebre Sala Dorata del Musikverein di Vienna, seguita dalla nuova Philarmonie di Parigi, disegnata da Jean Nouvel: sono solo i più noti festival e sale che hanno accolto festosi la Filarmonica della Scala con il suo direttore principale Riccardo Chailly. «Aristocratica eleganza, suono chiaro, parentele viennesi; Chailly sprona dettagli freddi, fortemente sbalzati. […] adorati nella capitale della musica[…] nella nuova Philharmonie traboccante, coi cugini francesi in delirio per i legni italiani (e anche questa è una soddisfazione)», così ne ha riferito Carla Moreni.
I concerti fuori della Sala del Piermarini hanno ormai, negli anni, superato il numero di 600. L’arrivo di Riccardo Chailly alla direzione principale dell’Orchestra segna il ritorno della Filarmonica nelle sale da concerto più importanti. Se l’estate scorsa è stato Salisburgo, nella prossima sarà il debutto al Festival di Lucerna, dove si “sfidano” tutte le migliori formazioni sinfoniche. Gli scaligeri si presenteranno con Brahms (e il violinista Kavakos) e Respighi. Non è usuale per le orchestre italiane presentare oltralpe gli autori “presidiati” dalle compagini nazionali. Ma quando, poche settimane fa, i Filarmonici hanno presentato ad Amburgo la Manfred-Ouverture e il Concerto per pianoforte e orchestra di Schumann (Trifonov solista), anche il critico dell’Hamburger Abendblatt, dopo un sobbalzo iniziale («Italiani, che suonano proprio Schumann, questo Renano di Sassonia con la sua strana, tenace malinconia?» ) ha invece prontamente riconosciuto «la profondità dell’interpretazione di Chailly, coerentemente riflettuta e intesa» (J. Mischke), ricordando anche il lavoro sugli autori tedeschi quando Chailly è stato alla testa della celebre Orchestra della Gewandhaus di Lipsia.
Ma non solo Lucerna, l’estate prossima: anche il debutto degli Scaligeri con Chailly ad un altro dei grandi Festival internazionali, i Proms di Londra, nella Royal Albert Hall da 6mila posti, programma come per Lucerna. Tra la seconda metà del 2016 e la seconda metà del 2017 sono 27 i concerti fuori Milano della Filarmonica, organizzati in tre tournée, due con Riccardo Chailly, una con Myung-Whun Chung.
A maggio con Chung l’Orchestra sarà la nostra ambasciatrice tenendo un concerto per il G7 a Taormina, oltre a una tournée a Monaco di Baviera, Basilea e Udine. Con la violoncellista Sol Gabetta si ascolterà il Concerto di Dvořák e la Sinfonia n. 5 di Beethoven.
E poi l’estate, con Chailly e solisti come Leonidas Kavakos, David Garrett e Julian Rachlin. Oltre ai citati Lucerna e Proms, ecco il Festival di Edimburgo, quello di Berlino agli inizi di settembre, poi Bucarest, Friburgo e Lugano. «Ci offrono un tale gioiello di caratterizzazione – vitalità ritmica, rapidità dell’articolazione, nettezza dei contrasti – ma tutto è perfettamente fraseggiato: non si può immaginare di ascoltarlo suonato meglio», ha scritto il critico Rémy Louis sulla rivista «Diapason».
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