Cultura

Autunno a Napoli con la Musa

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danza

Autunno a Napoli con la Musa

Carla celebra e ricelebra, ormai dal 20 agosto scorso, le sue ottanta primavere; compare in tv, del tutto rilassata al cospetto della sua esilarante imitatrice. Rilascia focose interviste; scivola dentro il Salotto degli “Amici della Scala”, a Milano. E balla ancora, eccome balla. Il Teatro di San Carlo, l’ha accolta in La musa della danza. Auguri Carla!, un Gala in suo onore durato due sere sold out.

Pochi dubbi su questo esito al botteghino, come sugli applausi, le standing ovation, i fiori, gli autografi, le corse per dare anche solo una sbirciata alla Ballerina Assoluta al termine dello spettacolo in cui Domani futuro di giovinezza,- il raffinato cameo, confezionato per lei dal marito, Beppe Menegatti -. Davanti ad un cielo azzurro, con pannelli riflettenti, - sulle prime adornati dalla celebre colomba bianca, e di pace, di Picasso -, e in lungo abito setoso, Carla vi ha ripercorso, in sintesi, la sua vita. Momenti di euforia, - le lunghe braccia al vento -, e di dolore, espresso con l’abituale vis da tragédienne.

Ogni passo in scarpette da ballo, cesellato con leggerezza, stupore, rabbia, per poi capovolgere il sentimento oscuro in una dolce speranza. Ecco quattro danzatori disposti a farla volare su di una suite dal Children’s Corner di Claude Debussy.

Il compositore prescelto anche per l’assaggio ritroso e impaurito di lei, accanto all’aitante Fauno eccitato di Giuseppe Picone, si tramutava poi in messaggero di romanticismo alato. Volteggi, lift e tête à tête in posa -, sul famoso Clair de lune. Ma Domani futuro di giovinezza non poteva terminare con un squarcio d’amore maturo. E allora ancora musica di György Kurtág (dopo l’iniziale Sonatina da Actus tragicus e una trascrizione bachiana) perfettamente eseguita al pianoforte, in scena, da Alexandra Brucher e Roberto Moreschi. E ancora Carla in cammino verso la sbarra sulla quale aveva già steso una gamba e l’intero corpo flessuoso, sottobraccio ad un esile bambino… e non a una bambina. Sottile e perdonabile malizia da Diva consapevole della sua unicità, ma anche visione di un futuro altrui, e persino di diverso spessore linguistico.

Il Gala, nella prima parte molto classico, subiva infatti una svolta moderno-contemporanea nel proseguire verso il finale, con danzatori energici, musiche pop, danze veloci e di valore come Mercurial Manoeuvres di Christhopher Wheeldon, più un “tutti insieme” geometrico e tribale sul forte coro dei Carmina Burana. Il direttore della compagnia - proprio Giuseppe Picone - ama le serate composite e in questo “Autunno Danza” partenopeo ne darà ancora prova, lasciando spazio anche agli allievi della Scuola di Ballo. Ma chi mai scorderà il “domani”, da rivedere, della Fracci?

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