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musica dal vivo

Thurston Moore, Placebo, Wilco: sul palco l'indie di ieri, oggi e domani

Comanda l'indie. Di ieri, di oggi e di domani. Il «motore» della settimana dei concerti stavolta è la musica indipendente delle due sponde dell'Atlantico, con una serie di appuntamenti di culto assoluto da un capo all'altro dello Stivale, spesso in unica data italiana.
Partiamo da chi, secondo gli storici del rock, ha contribuito a creare le coordinate sonore (o forse dovremmo dire «soniche») ciò che oggi intendiamo per indie: Thurston Moore, indimenticato chitarrista e leader dei Sonic Youth, band newyorchese tra le più influenti della rigogliosissima stagione post punk. Sabato 12 novembre data unica italiana per lui, all'Augusteo di Salerno, per la 21esima edizione di «Linea d'Ombra», festival delle culture giovani. Accanto a lui sul palco, James Sedwards , chitarrista e bassista inglese apprezzato per il suo lavoro nella scena avant-rock (oltre ai Nøught ha collaborato con Guapo, The Devil, Alex Ward & The Dead Ends e Chrome Hoof). Tra quanti hanno senza dubbio un debito nei confronti della lezione dei Sonic Youth ci sono i Placebo, band neo-punk inglese di Brian Molko e Stefan Olsdal che quest'anno festeggia il 20esimo anniversario dall'omonimo album di debutto, circostanza onorata con la compilation «A place for us to dream» uscita a inizio mese scorso e con uno specifico «20 Years of Placebo World Tour» che, martedì 15 novembre, arriverà al Mediolanum Forum di Assago. Indie di ieri ma anche di oggi come nel caso dei Wilco, band di Jeff Tweedy che, negli States e non solo, è sinonimo di alternative country, quell'approccio disallineato ed eretico alla musica tradizionale americana che ha in Gran Parsons il proprio nume tutelare. Anche nel caso dei Wilco data unica in Italia, sabato 12 novembre al Fabrique di Milano, cornice nella quale avranno ancora una volta occasione di testare dal vivo «Schmilco», il loro decimo album in studio pubblicato a settembre scorso. Indie di ieri e di oggi, come è ancora quello dei Killing Joke, punto di riferimento della scena post punk inglese più estrema. Pubblicano dischi dal 1980 e non hanno perso il vizio (all'anno scorso risale per esempio il 15esimo «Pylon»). Saranno sul palco il 13 novembre al Live Club di Trezzo d'Adda (Milano), il 15 all'Orion di Campino e il 16 allo Zona Roveri di Bologna. Indie di oggi e – si spera – anche di domani quello dei White Lies, gruppo londinese di punk revival che ha esordito poco meno di dieci anni fa e quest'anno ha sfornato «Friends», quarta fatica discografica, in patria piazzatasi 11esima in classifica. Anche per loro una sola data italiana, il 14 novembre al Fabrique. Il chitarrista dei Radiohead Jonny Greenwood porta il progetto Junun all'Auditorium di Roma (11 novembre). Gradito ritorno, in ambito progressive, per Steve Hackett, chitarrista dei Genesis negli anni d'oro che, col progetto «Off the beaten track», si esibirà in trio acustico al Politeama di Catanzaro (12 novembre).
Anche se ci si allontana dai territori rock, la settimana della musica dal vivo riserva appuntamenti di grande interesse. Torna per esempio in Italia Philip Glass, genio del minimalismo americano, protagonista del Barezzi Festival al Teatro Regio di Parma, lunedì 14 novembre. E poi jazz di alta scuola, con l'eclettismo di Robert Glasper al Teatro dell'Arte di Milano in occasione del «Jazz Mi» (12 novembre), Steve Coleman e il suo sax al Teatro Duse di Bologna (14 novembre), il piano di Uri Caine e la tromba di Paolo Fresu al Manzoni di Bologna (11 novembre), alla Sala Verdi del Conservatorio di Milano (12 novembre) e al Civico di Vercelli (13 novembre).

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