Cultura

Le ragioni del sì e le ragioni del no

  • Abbonati
  • Accedi
verso il referendum

Le ragioni del sì e le ragioni del no

Il referendum costituzionale scalda gli animi. È un segno prezioso di interesse della collettività per la Repubblica, anche se la domanda referendaria è una, mentre nel dibattito convergono anche altri temi ad essa estranei, come la legge elettorale, la fiducia nel governo in carica, il timore di una deriva presidenzialistica, la contrapposizione tra democrazia kelseniana e democrazia schumpeteriana.

Com'è noto, la legge di riforma costituzionale formalmente riguarda quarantasette articoli, ma nella sostanza ne modifica soltanto sei: l'articolo 55 sulla composizione del Parlamento; l'articolo 57 sul Senato; l'articolo 70 sulla funzione legislativa; l'articolo 94 sulla fiducia al Governo; l'articolo 114 sulle Province; l'articolo 117 sulle competenze legislative delle Regioni. Le altre modifiche sono essenzialmente lessicali o consequenziali. Il cuore della riforma è la modifica di un tratto della struttura orizzontale (il bicameralismo) e di un tratto della struttura verticale dello Stato (il regionalismo). La proposta di riforma contiene anche altre disposizioni importanti, come la soppressione del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro (CNEL) e della garanzia costituzionale delle Province. Tra le riforme ulteriori, vi è anche la previsione secondo la quale il governo può chiedere la priorità per l'approvazione di disegni di legge, con il vincolo di approvazione in 70 giorni. Ciò per evitare il gran numero di decreti – legge che poi il Parlamento ratifica, e rendere più spedita l'azione legislativa.

Oltre a scaldare gli animi, tuttavia, il prossimo referendum eccita le menti, se si considera la quantità di libri e di numeri speciali di riviste dedicati alla riforma costituzionale. Dopo il secondo numero del 2015 della «Rivista trimestrale di diritto pubblico», dedicato alle riforme, e il volume di carattere storico di Paolo Pombeni, sulla questione costituente nella storia italiana, sono usciti contributi diversi per finalità, struttura, tipo di autore.

Il volume della Camera dei deputati ha uno scopo informativo, che assolve in maniera eccellente, presentando ed illustrando le proposte di modifica costituzionale articolo per articolo. Lo stesso può dirsi per quello di Emanuele Rossi, che però non procede articolo per articolo, bensì per grandi temi (Senato, procedimento legislativo, modifiche di altri organi, revisione del titolo V della seconda parte della Costituzione).

Tutt'altro impianto ha il volume di Stefano Ceccanti, sia per il suo carattere comparativo, sia perché l'autore prende in modo convincente posizione, esprimendo un apprezzamento per la proposta referendaria, affermando che essa contiene idee che risalgono al periodo costituente, che risolve il problema della decretazione d'urgenza e della pesantezza dell'esame parlamentare prodotta dall'esistenza di due camere con stessa composizione e stessa funzione. Sulla stessa linea si colloca il contributo di Guido Crainz Crainz e di Claudio Fusaro. Il primo dei due autori illustra gli aspetti storici della prima parte, quella presbite, e della seconda parte, quella miope, della Costituzione. L'altro autore spiega che la proposta sottoposta a referendum non costituisce uno stravolgimento, bensì un ammodernamento della Costituzione.

Invece, è fortemente impegnato a favore di una risposta negativa alla domanda referendaria il volume di Gustavo Zagrebelsky e di Francesco Pallante, secondo i quali la riforma costituzionale cambierebbe le regole del gioco della democrazia italiana.
Gli altri contributi sono ispirati alla logica degli “schieramenti”, nel senso che affiancano autori che sostengono il “si” ad autori che parteggiano per il “no”. Così, in particolare, i due piccoli volumi paralleli, che contengono le voci di Beniamino Caravita (favorevole) e di Pace (contrario), il volume curato da Pino Pisicchio e Tivelli (che raccoglie tredici brevi contributi, divisi tra le due posizioni), nonché i ventinove studiosi che hanno risposto alle “dieci domande sulla riforma costituzionale” della rivista «Quaderni costituzionali», i sei autori che hanno scritto sulla rivista «Il Mulino» su “Si/No. Un voto decisivo” e gli otto autori che hanno contribuito all'«Almanacco referendario» della rivista «Lo Stato».

Tutti questi scritti mettono in grado chiunque di farsi un'opinione circa la riforma costituzionale. Rappresentano, quindi, nell'insieme, un contributo fondamentale alla conoscenza del funzionamento delle istituzioni e al loro cambiamento. Sono anche un buon esempio di impegno divulgativo di studiosi (solo qualcuno dei contributi menzionati è opera di politici, o di amministratori pubblici, o giudici), che scendono dalla cattedra per illustrare a un pubblico più largo sia le proposte, sia le loro idee sulle proposte.

© Riproduzione riservata