Cultura

Un «Tristano» incisivo e ammaliante

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L’apertura della stagione dell’opera di Roma. Daniele Gatti sul podio

Un «Tristano» incisivo e ammaliante

Ansa
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Le prossime quattro inaugurazioni del Teatro dell’Opera della Capitale saranno affidate a Daniele Gatti: i progetti tra il sovrintendente Carlo Fuortes e il direttore milanese sono disegnati su una mappa ancora tutta da comporre. Ma dopo un successo come quello della prima di domenica scorsa, con un “Tristano” incisivo e ammaliante, salutato da un boato di applausi nei ringraziamenti finali, era facilmente prevedibile che il debutto avrebbe avuto un seguito. Sì, perché Gatti non era mai sceso fino ad ora nella buca romana (era stato per anni guida principale dell’Accademia di Santa Cecilia) e come primo passo ha scelto una meta altissima.
Il suo Wagner, già ascoltato nel maggio scorso a Parigi, nella medesima produzione di Pierre Audi (qui però con notevoli cambiamenti migliorativi nel cast) si presenta con un netto profilo interpretativo: è naturalmente ricco nell’impasto sinfonico, ma di gusto italiano nella scelta della tinta d’assieme. Prezioso, chiede una varietà incredibile di gesti strumentali agli archi, stanati nelle singole file a una presenza spiccata, di forte carica individuale, dove infiniti dettagli vengono sbalzati e messi in evidenza. I fiati sono invece valorizzati nella naturale cantabilità - e splendidi sono oboe e corno inglese - che scorre fluida, orizzontale, avvolgente.

Wagner proiettato verso il Novecento francese
Anche la scolpitura dei tre atti riceve una cura particolare: il secondo, centrale, è quello più smaterializzato, quasi spolpato; in taluni momenti, in particolare nel duetto degli amanti che invocano la notte, diventa una filigrana, molto audace, molto nuova, che proietta Wagner verso il Novecento francese.
Mai i cantanti vengono lasciati a se stessi: la concertazione parte sempre dal podio e questo restituisce compattezza all’esecuzione, coesione, forte tenuta d’assieme. Rachel Nicholls già aveva colpito a Parigi: a Roma, in virtù di un teatro più ampio, dispiega con generosità la voce morbida e di bel timbro per Isolde; strenua fino alla fine, con un “Mild und leise” filato e lunare. Soffre un po’, ma solo nel terzo atto, il tenore Andreas Schager, giovane e autorevole, con una resa rotonda del testo, dove ogni parola viene plasmata: ha una duttile cantabilità, quasi liederistica, che ben si sposa con la concezione poetica di Gatti. Liederista puro è ancor più il Re Marke di John Relyea, una vera apparizione, nel secondo atto: ieratico, aristocratico, e di velluto nel canto. Certo non regge il ruolo dell’anziano, costretto a nuove nozze, ed è così fascinoso con tutti quei capelli ben pettinati, da attore del cinema, che non si spiega perché Isolde provi verso di lui tanta repulsione. Tutto il resto della locandina è di alto livello, con la sorpresa della voce maliosa di Rainer Trost, un marinaio di lusso.

Orchestra e coro tirati a lucido

La regia spoglia di Pierre Audi, costruita sui relitti di un mondo marino e umano in disfacimento, prende maggiore respiro sul palcoscenico dell’Opera di Roma; poco convincevano a Parigi e continuano a non convincere ora gli abiti identici a quelli dei poveri che dormono alla stazione Termini, firmati da Christof Hetzer, perché confondono i ruoli e la storia. E perché nel genere sono ormai usurati, tanto quanto gli elmi e le trecce delle preistoriche edizioni tristaniane. Lasciano anche con qualche interrogativo i gesti contrari al libretto di Isolde, che sceglie il filtro nel primo atto e che frena la spada di Tristan nel secondo, lasciandolo così ferire a morte da Melot. Ma sono dettagli, in una produzione centrata sul timone della direzione, con Orchestra e Coro maschile di Roberto Gabbiani tirati a lucido. E soprattutto con una precisa e combattiva identità. L’abbraccio di Gatti alle prime parti, a fine esecuzione, testimoniava forte e reciproca stima, bella e generosa dedizione.
“Tristan und Isolde” di Wagner; direttore Daniele Gatti, regia di Pierre Audi; Roma, Teatro dell’Opera, fino all’11 dicembre

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