Cultura

Fede in mezzo all’orrore

  • Abbonati
  • Accedi
CLOSE UP

Fede in mezzo all’orrore

Polonia martire. Dopo le stragi dei nazisti, i soldati dell’Armata Rossa vittoriosa spadroneggiano nel Paese. Nuovi lutti, nuovi orrori. Tra le vittime ci sono alcune monache, stuprate e abbandonate al loro destino. Sette sono rimaste incinte, e ora che la gravidanza si avvicina al termine tutte in convento vengono prese dal panico. Come aiutarle? Che fare dei neonati?
In che modo fronteggiare la vergogna? Fatti veri, realmente accaduti, non invenzione di fantasia, testimoniati dal diario di una giovane dottoressa francese, che si trovò a viverli in prima persona. È infatti lei, operatrice della Croce Rossa impegnata a curare e rimpatriare i militari connazionali feriti, a essere contattata da una suora, che ha osato sfidare il divieto assoluto da parte della rigidissima madre superiore. C’è una consorella che sta male, ci sono vite da salvare, e questo per lei viene prima di tutto. Un dovere di fede. E per la dottoressa, qual è il dovere? Denunciare pubblicamente l’accaduto, rischiando di far chiudere
il convento, o curare di nascosto
le povere donne? Scelta difficile,
alla fine illuminata dalla coscienza: prima di tutto rispettare il pudore delle religiose, aiutarle senza violentarle psicologicamente una seconda volta. Un’atea (tale si dichiara la francese)
al cospetto di vari modi di intendere
la fede. Due modi opposti, apparentemente, di intendere la vita, ma che
si apparentano quando sanno porre
al primo posto il rispetto, il riconoscimento dell’altro, il desiderio di sconfiggere morte e dolore. La Polonia martire sta per affrontare altre durissime prove sotto il giogo crudele dello stalinismo. Ma la luce si è solo nascosta sotto la cenere, aspettando che
la Storia le permetta di uscire di nuovo.

%%%%%

© Riproduzione riservata