Cultura

Topazia, arte anticonformista

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SCARPE STRETTE

Topazia, arte anticonformista

Oltre «qualsivoglia formalità». Ecco «Topazia Alliata; un vita per l’arte». A Palermo, a palazzo Sant’Elia è aperta al pubblico una mostra dedicata all’eclettica e aristocratica artista a cura di Anna Maria Ruta, autorità indiscussa quest’ultima in tema di avanguardie storiche artistiche.

Fu donna di assoluto fascino oltre «qualsivoglia formalità», Topazia. Di lei s’innamorò Renato Guttuso ma lei ebbe due soli amori: Fosco Maraini, il marito, e con lui la pittura. Fu sempre all’altezza del proprio nome di battesimo – Topazia – derivatole da una gemma rara e preziosa di origine orientale. In estremo Oriente precisamente, e cioè in Giappone, dove la principessa normamma visse il suo tempo più intenso e doloroso dopo una giovinezza vissuta tra arte e seduzione.

La principessa visse all’insegna dell’anticonformismo vorace di ogni curiosità, di vita e di arte (Topazia, quasi come un’Artemisia Gentileschi della modernità, fu la prima donna a iscriversi alla scuola di nudo dell’Accademia delle Belle Arti) e i suoi amori – la pittura e Fosco – generarono in lei un unico fuoco d’ingegno e creatività.

L’affascinante signora, a proprio agio nel mondo – sia esso Bagheria o Tokyo –espresse nella pittura il disincanto indomito tipico della propria schiatta. La retrospettiva è dedicata alla vita, alle frequentazioni e ai viaggi. Oltre ai suoi dipinti vi sono esposti gli scatti fotografici, le lettere e i disegni insieme a opere dei suoi amici e maestri da Guttuso a Nino Franchina, da Lia Pasqualino Noto a Mario Mirabella.

Quello che più di ogni altro, tra i dipinti, fa tabula rasa di «qualsivoglia formalità» è un un nudo di donna trascinato dalla brocca che tiene in una mano. Ed è come fare l’amore con la creta: terra, acqua e pietra. Ed è Topazia (la mostra è aperta fino all’11 gennaio 2017).

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