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Kirk Douglas, al secolo «Spartacus», compie 100 anni

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Kirk Douglas, al secolo «Spartacus», compie 100 anni

Un intero secolo sotto le luci dei riflettori: compie 100 anni il grande attore Kirk Douglas, interprete di ruoli leggendari tra i quali svetta quello di Spartaco per Stanley Kubrick.
Nato il 9 dicembre del 1916 ad Amsterdam, nello stato di New York, con il nome di Issur Danielovitch Demsky (i genitori erano immigrati dell'Est Europa), Douglas inizia a lavorare a teatro dopo aver servito la Marina degli Stati Uniti durante la Seconda guerra mondiale.
Il mondo del grande schermo, però, lo chiama presto ed esordisce nel 1946 ne «Lo strano amore di Marta Ivers» in cui veste i panni di un giovane procuratore distrettuale.

Dopo essere apparso anche nel cult «Le catene della colpa» (1947) di Jacques Tourneur, il grande pubblico lo scopre ne «Il grande campione» (1949), dove interpreta un pugile.
Gli anni '50 sono quelli della definitiva consacrazione: Douglas è uno straordinario giornalista senza scrupoli ne «L'asso nella manica» di Billy Wilder del 1951, un memorabile produttore ne «Il bruto e la bella» di Vincente Minnelli del 1952 e un intenso Vincent Van Gogh in «Brama di vivere» del 1956, diretto dallo stesso Minnelli.

Da ricordare sono anche la sua prova in «Ulisse» (1954) di Mario Camerini e i suoi tanti ruoli western, tra i quali non si può non menzionare quello in «Sfida all'O.K. Corral» di John Sturges del 1957.
Nello stesso anno è anche il protagonista del grandioso «Orizzonti di gloria» di Stanley Kubric, uno dei più importanti film di guerra di ogni epoca; e sempre per Kubrick sarà lo schiavo al centro di «Spartacus», ancora oggi una delle sue interpretazioni più celebri.

Col passare degli anni sono sempre più i registi blasonati che lo vogliono alle loro dipendenze: Robert Aldrick per «L'occhio caldo del cielo», John Huston per «I cinque volti dell'assassino», Otto Preminger per «Prima vittoria», Elia Kazan per «Il compromesso» e tantissimi altri.
Nonostante il carattere forte (sono diversi i litigi tra lui e i registi che l'hanno diretto), gli autori più importanti lo scelgono per il suo sguardo magnetico, l'intensità gestuale e, forse, anche per quella celebre fossetta sul mento che è diventata uno dei suoi “marchi di fabbrica”.

Negli anni Settanta appare in un numero inferiore di film, seppur alcuni siano particolarmente rilevanti, a partire da «Uomini e cobra» di Joseph L. Mankiewicz e «Fury» di Brian De Palma. Tenta anche la strada della regia, senza grande successo (il suo titolo più noto è il modesto «I giustizieri del West» del 1975).
Nel 1987 torna a recitare con Burt Lancaster (attore con cui aveva lavorato già sei volte) in «Due tipi incorreggibili», mentre in «Vizio di famiglia» (2003) di Fred Schepisi recita accanto all'altrettanto famoso figlio Michael.
Impegnato anche politicamente, Kirk Douglas ha ricevuto in carriera tre nomination al Premio Oscar, senza mai vincerlo. L'Academy, giustamente, ha voluto però omaggiarlo con l'Oscar alla carriera nel 1996.

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