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Un grande Viggo Mortensen in «Captain Fantastic»

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Un grande Viggo Mortensen in «Captain Fantastic»

Dopo aver vinto diversi premi in tutto il mondo, arriva finalmente nelle nostre sale «Captain Fantastic» di Matt Ross con protagonista un grande Viggo Mortensen. L'attore interpreta Ben, un padre che cresce i propri sei figli in una foresta, lontano dal resto del mondo. Una serie di imprevisti, però, sovvertiranno gli equilibri prestabili aprendo la strada a diverse problematiche inattese.

Vincitore del premio per la miglior regia nella sezione Un Certain Regard dell'ultimo Festival di Cannes e (tra gli altri) del premio del pubblico alla Festa del Cinema di Roma 2016, «Captain Fantastic» è un lungometraggio originale e capace di incuriosire, a metà tra dramma e commedia.
Il regista e sceneggiatore Matt Ross riflette sulla contrapposizione tra natura e cultura, utopia e obblighi sociali, mettendo in scena una famiglia decisamente anticonvenzionale, guidata da un personaggio che rimarrà a lungo impresso al termine della visione.

Capace di intrattenere e portare avanti una serie di ragionamenti tutt'altro che banali, il film ha dalla sua una buona tenuta narrativa, un gruppo di attori in forma e spunti indubbiamente interessanti.
Dall'altro lato, però, c'è una certa furbizia stilistica e diversi passaggi sono troppo retorici e studiati a tavolino per emozionare come avrebbero dovuto.
In ogni caso, resta un film da vedere e che non lascerà indifferenti, nel bene o nel male.

Decisamente meno originale è «Una vita da gatto» di Barry Sonnenfeld con Kevin Spacey.Quest'ultimo interpreta un miliardario che trascura moglie e figlia. Per il compleanno di quest'ultima, però, decide di regalarle un gatto e si imbatte in uno strano negozio di animali: in seguito a un terribile incidente, l'anima dell'uomo finirà in quella del magico felino che ha acquistato.

Sono davvero troppi i film che vengono in mente (si pensi a «Quello strano cane di papà») guardando «Una vita da gatto», lungometraggio dall'andamento narrativo telefonato e mai appassionante come dovrebbe.
Kevin Spacey è totalmente sprecato, mentre Sonnenfeld si limita a una regia di mestiere, modesta e incolore. Solo per bambini con un'alta soglia di pazienza.

Infine, una menzione negativa va anche a «Shut In» di Farren Blackburn.
Naomi Watts interpreta una psicologa infantile che, in seguito a un tragico incidente, vive in una casa isolata con il figliastro adolescente, rimasto paralizzato.

Quando un bambino che ha in cura scompare, anche la sua vita potrebbe essere in pericolo.Innocuo thriller dal copione stravisto, «Shut In» è un prodotto debole e sconclusionato, privo del ritmo necessario per coinvolgere e vittima di troppi cliché e svolte narrative prevedibili.Naomi Watts non sembra crederci davvero mai e naufraga insieme al resto della pellicola.

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