Cultura

Morta Carrie Fisher, la Principessa Leila di Guerre stellari

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AVEVA 60 ANNI

Morta Carrie Fisher, la Principessa Leila di Guerre stellari

È scampata alle guardie imperiali e agli agguati del lato oscuro della forza, a Dart Fener che un giorno avremmo scoperto essere suo padre e a Kylo Ren che sappiamo già essere suo figlio, si è arresa a questo 2016 che implacabile sta facendo cadere una dopo l'altro le stelle degli ultimi 50 anni di pop culture,
compreso Kenny Baker, l'attore inglese che indossava il guscio del robottino C1-P8. Il morto del giorno – perché ormai chi scrive di cultura e spettacoli ragiona così, come se fosse in corso una specie di guerra – si chiama Carrie Fisher, 60 anni, attrice hollywoodiana passata alla storia per l'interpretazione della principessa Leila Organa degli episodi IV, V, VI e VII della saga di «Star Wars».

Se n'è andata nelle corsie dell'Ucla Medical Center di Los Angeles, dove era ricoverata da venerdì scorso, quando su un volo proveniente da Londra aveva accusato un arresto cardiaco. «È con grande dolore che la figlia Billie Lourd conferma che la sua amata mamma, Carrie Fisher, si è spenta alle 8.55 di questa mattina», recita un comunicato del portavoce della famiglia, Simon Halls. «Era amata dal mondo e ci mancherà profondamente, vogliamo ringraziarvi per i vostri pensieri e le vostre preghiere». Un destino molto diverso a quello dell'eroina della Resistenza che l'ha resa celebre, senza dubbio uno tra i personaggi meglio costruiti della mitologia messa in piedi 39 anni fa da George Lucas. Figlia d'arte dell'attrice Debbie Reynolds e del cantante Eddie Fisher, a soli due anni vede il papà lasciare la mamma per andare ad allargare la lista dei mariti di Elizabeth Taylor. Cresce tra i set della Hollywood dell'età dell'oro e studia per seguire le orme dei genitori, passando per la Central School of Speech and Drama di Londra e qualche commedia di Broadway.

Al cinema ci arriva nel 1975, con un piccolo ruolo in «Shampoo» di Hal Ashby accanto a Warren Betty, ma la svolta arriva due anni più tardi, quando Lucas le impone quell'abito bianco che sembra quasi monacale e quella strana acconciatura di capelli tipo cuffia hi-fi. Bella, pura, intelligente e combattiva: è la Giovanna d'Arco che sconfigge l'Impero dei Sith. La carriera prende il volo e John Landis la vuole in un altro cult movie, «The Blues Brothers» (1980), affidandole un ruolo combattivo quanto surreale. Dentro di lei, tuttavia, si svegliano i soliti demoni del successo, dipendenza dalle droghe e dall'alcol più disturbo bipolare dell'umore, che spesso si riaffacceranno nel corso della sua vita. Anche la sua vita personale è tormentata: nel 1983 sposa Paul Simon ma la loro unione non dura più di un anno. Sboccerà nuovamente più avanti, ma a intermittenza.

Morta Carrie Fisher, principessa Leila di Star Wars

Ha lavorato con padri nobili del cinema a stelle e strisce come Sidney Lumet («Cercando la Garbo», 1984) e Woody Allen («Hannah e le sue sorelle», 1986), ha scritto libri che non hanno incontrato grossa fortuna oltre i confini americani e, qua e là, si è concessa qualche apparizione semiseria in pellicole dal gusto cinephile come «Austin Powers: il controspione» e «Scream 3». Quale grande emozione vederla un anno fa riabbracciare Harrison Ford/Han Solo, l'amore cavalleresco (ma non troppo) della trilogia classica di «Guerre Stellari» che non muore. Se con J.J. Abrams abbiamo sentito davvero «Il risveglio della forza», gran parte del merito è suo. Sarà dura rimpiazzarla nell'episodio VIII, in uscita l'anno prossimo. Che la Forza sia con la Lucasfilm e la Walt Disney Productions.

Radio 24 / La puntata de «Il Falco e il Gabbiano» dedicata a Carrie Fisher

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