Cultura

Nei premi Nobel il segno dei tempi

  • Abbonati
  • Accedi
SEGNALI DI SPERANZA

Nei premi Nobel il segno dei tempi

Nel Museo della Pace di Hiroshima è esposto un orologio che riporta l’ora dell’esplosione, le 8.15 del 6 agosto 1945. In quell’attimo la vita degli uomini è definitivamente cambiata. I coniugi Hibakusha sono sopravvissuti ma non hanno più avuto un futuro: intrappolati in un mondo inghiottito dalla paura e dalla coscienza dell’orrore visto. Sì, lo scoppio della bomba atomica ha diviso il mondo in un prima e un dopo. Gli uomini sanno che ogni possibile novità può essere foriera di morte. Il filo sottile che lega paura e ricerca si trova nell’istituzione del premio Nobel, voluto dall’inventore della dinamite, primo strumento di lutto.

I Nobel per la fisica di questi ultimi anni rappresentano ancora l’impegno della scienza a migliorare la vita dell’uomo. E alcune di quelle scoperte richiamano il mondo bidimensionale di Flatlandia, il romanzo di Edwin Abbot del 1884. Forse è proprio grazie a questo “pensiero laterale” che il premio per la letteratura è andato a Bob Dylan, un artista che ha cantato l’afflato e l’affanno dei giovani di ieri e di oggi. Anche noi intrappolati in un tempo che oscilla tra il progresso e il disagio? Incapaci di suggerire la proposta giusta per meglio integrare e sconfiggere la povertà? C’è solo la risposta individuale del cuore, nulla che possa imporre la legge, orba com’è di valori chiari e condivisibili.

La legge può condannare i soprusi e frenare le spinte razziste, ma nulla più. Il cambio di passo è un’operazione etica, non può essere un gesto istintivo. Nei giorni in cui è morto Dario Fo, a poca distanza da Marco Pannella, i due uomini “contro” del nostro Paese, sembra che il rivoluzionario oggi sia solo Papa Francesco, testimone scomodo di diffuse ingiustizie, che offre la fede come il valore che può colmare il vuoto delle leggi. Di fronte ai bambini che muoiono nelle guerre infinite e, se non muoiono, si perdono inghiottiti dalle strade delle grandi metropoli, dovremmo essere tutti sconvolti, e invece questi bambini scompaiono di nuovo, chiusi in una sequela di numeri. La convivenza tra orrori e bellezze continua la sua marcia parallela, la bomba atomica accanto alla medicina nucleare. Ma in silenzio, nelle pieghe della vita quotidiana, sono infiniti i piccoli gesti di bontà che rafforzano la speranza, come i premi Nobel dati quest’anno.

denpasar@tin.it

© Riproduzione riservata