Cultura

La miseria è mitigata da solidarietà e immaginazione

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Tempi difficili

La miseria è mitigata da solidarietà e immaginazione

Si possono raffigurare dei cavalli su una carta da parati? Sicuramente no perché i cavalli non si arrampicano sulle pareti. Questo è uno dei tanti esempi con cui Thomas Gradgrind, protagonista di «Tempi difficili» di Charles Dickens, cercava di inculcare nei suoi alunni una filosofia di vita che si basasse sui fatti: «la fantasia doveva essere spazzata via dalle giovani e ingenue menti». Chiuso nel suo egoismo accentratore, incapace di vedere oltre la sua arida teoria, questo rigido maestro rimprovera costantemente Sissy Jupe, la figlia di un domatore di cavalli del circo Slearly. Come può una bambina che vive in un circo, dove la fantasia domina e la vita è ricca di bizzarrie rispondere in modo esatto alle domande del maestro? Sissy sbaglia ogni risposta perché ha conservato intatta la sua capacità di stupirsi. È questo suo personale serbatoio d’immaginazione che la salva anche quando il padre la abbandona, certo che la bambina avrebbe avuto una vita migliore senza di lui, e lei viene accolta proprio da Gradgrind e dai suoi figli, Louise e Tom. La vicenda si dipana in una cittadina immaginaria, Coketown, dove gli operai e i minatori vivevano in uno stato di miseria, in mezzo a strade strette appestate dai fumi delle fabbriche che avvolgevano, come spire di serpenti, le case di mattoni, una volta rossi, ora anneriti.

Le case, a guardarle con l’occhio della fantasia, potevano sembrare dipinte come maschere di carnevale pronte a rappresentare un domino rosso e nero, ma l’immaginazione era stata abolita: gli adulti conducevano una vita così grama che non potevano permettersi fantasie. Così l’esistenza a Coketown si srotolava, per la maggior parte degli abitanti, in mezzo alle preoccupazioni e alla povertà, mentre gli imprenditori si arricchivano. I proprietari delle fabbriche, padroni della vita e della morte dei lavoratori, mantenevano gli operai in uno stato perenne di miseria, generando una gravissima disuguaglianza tra le classi sociali.

Il grande amico di Gradgrind, Baunderby, è un industriale, arido e speculatore, contrapposto a Stephen Blackpool, un lavoratore onesto e integerrimo che lotta per gli operai. Stephen sarà licenziato e dovrà allontanarsi da Coketown perché accusato ingiustamente della rapina alla banca locale. Morirà cadendo in un pozzo non senza avere indirizzato i sospetti della rapina verso Tom, il figlio di Gradgrind. I personaggi del romanzo, uscito nel 1854, danno alla storia un sapore amaro. La vita di ognuno di loro è segnata da un destino infelice. Tom, il figlio di Gradgrind che aveva rapinato la banca, muore tra i rimorsi. Louise, la sorella, dopo un infelice matrimonio con Baunderby, invecchia sola e triste; Gradgrind abbandona le sue teorie dopo aver constatato il fallimento della sua educazione con i figli; Baunderby perde la sua fortuna e muore solo.

La sola figura positiva è quella di Sissy che unisce alla saggezza della mente quella del cuore e rappresenta la vittoria delle emozioni sulla realtà dei fatti. Il mondo del circo con i suoi colori diventa il rifugio del cuore, il luogo dove la povertà è condivisa con uno spirito di solidarietà che la attenua; dove la contrapposizione tra ricchezza e miseria non si percepisce, perché è l’avidità dei padroni che trasforma la povertà in disperazione e genera diseguaglianze intollerabili, mentre i circensi, anche se poveri, sanno sorridere e far sorridere.
denpasar@tin.it

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