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Se non sai la risposta papà Gugol ti aiuterà

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C'è qualcuno che sa leggere

Se non sai la risposta papà Gugol ti aiuterà

È il tipo di casa in cui, tra un tagliacarte a elica e un tappo senza barattolo, si può trovare un’Enciclopedia delle barzellette che non fanno ridere (da raccontare agli amici antipatici). Carl ci vive con i nonni, in via Spensierati 7.

È una casa vecchia, con le crepe e la polvere, in cui non si butta mai niente, perché i due anziani collezionano cappelli, libri, chiavi senza porte da aprire, palloni bucati, mozziconi di matite – tutto quello che «un giorno potrebbe servire». Il nipotino riconosce con affetto la filosofia di vita dei suoi nonni, ma si sente schiacciato dalla roba.

Guarda dalla finestra verso la casa dei nuovi vicini, ristrutturata, liscia, cablata, pulita e sgombra: con curiosità, invidia e imbarazzo per il suo quotidiano così diverso e disordinato. E quando scambia le prime parole con la coetanea Emilia che ci si è appena trasferita, il suo primo pensiero è: «Devo convincere i nonni a fare un po’ di ordine in casa, prima di invitarla». Non immagina che nello stesso momento Emilia sta pensando: «Devo convincere mamma e papà a riempire un po’ le stanze, prima di invitarlo. Sono troppo vuote così!».

Papà Gugol (Bompiani), del romanziere e commediografo Paolo di Paolo, parla di come nasce l’amicizia tra due bambini accumunati dalla stessa curiosità verso il mondo anche se vengono da ambienti famigliari opposti, ma – lo capiranno presto – complementari.

Sono entrambi frustrati dai comportamenti dei grandi: troppo assenti e deleganti a Google quando c’è da ricordare un nome o risolvere un problema quelli di Emilia (che vorrebbe fosse il papà in carne e ossa a rispondere alle sue domande, non quel Gugol sul telefonino); troppo distratti dalle loro passioni e dalla confusione della loro casa quelli di Carl. Si scambierebbero volentieri tutto, convinti che l’erba del vicino sia sempre più verde: agli occhi di Emilia una nonna che sforna torte profumate e una biblioteca che sembra una terra da esplorare sono la cosa più bella del mondo; agli occhi di Carl dei telecomandi che aprono gli sportelli e un forno che ti chiama per dirti che il pollo è pronto sono strabiliantemente eccitanti.

Questa contrapposizione tra un mondo “konmarizzato” (dalla life style guru Marie Kondo, autrice del best seller Il magico potere del riordino, Vallardi, 2014) e un mondo di accumulatori seriali è reiterata più volte nel libro di Di Paolo. È un tema che in effetti ora va molto di moda, da cui sono nati anche dei reality show in cui persone disposofobiche si ritrovano in casa persone con disturbi ossessivi compulsivi opposti a fargli le pulizie e mettere in ordine. Nel caso di Carl ed Emilia l’antitesi è ovviamente trattata con la leggerezza dovuta ad un pubblico infantile: due bambini meravigliati e affascinati dall’“altro modus vivendi”, e che attraverso quella che a loro sembra un’irrecuperabile dicotomia stanno per scoprire un nuovo rapporto di fiducia con la tecnologia.

A Di Paolo bisogna infatti rendere il merito di aver evitato sia il piglio del “si stava meglio quando si stava peggio”, sia quello del “si sta meglio ora che si sta meglio”. Papà Gugol gioca nello stesso campionato del Premio Strega Ragazze e Ragazzi 2016 Salta Bart! di Susanna Tamaro (Giunti), con la differenza che si diverte molto di più. Se nella nostalgica e pessimistica crociata della Tamaro “i libri erano i tablet di una volta”, qui servono a dar da mangiare alle insaziabili fauci di Google: Treccani e Wikipedia possono e devono convivere per darci il miglior servizio possibile. La prima per l’autorevolezza delle fonti, la seconda per l’accessibilità e la democratizzazione della conoscenza.

Emilia e Carl lo capiscono quando il nonno gli apre il suo studio segreto: una stanza così pulita che sembra finta, con computer e megaschermo, tablet, smartphone, videocamera. È da lì che, grazie alla sua immensa biblioteca, fornisce all’amico Gugol le risposte alle domande più difficili che gli utenti di tutto il mondo pongono al motore di ricerca. E anche la nonna aiuta: tutte quelle squisite ricette che si trovano online? Sono le sue!

Insomma, Papà Gugol è davvero un signore in carne ed ossa che deve fronteggiare richieste assurde e quesiti mal posti, e di conseguenza anche il grande problema delle “fake news” (altro tema scottante in questo periodo). Perché, cari bambini, trovare una notizia sul web non significa che sia vera: significa solo che qualcuno l’ha scritta. (Forse Di Paolo, nella personificazione di Google che deve combattere con l’ignoranza e la grettezza della massa sul web, si è ispirato a If Google Was A Guy, gli esilaranti sketch del collettivo comico americano College Humor?)

È questa, insieme a un più riflessivo rispetto per il vecchio in quanto genitore e generatore del nuovo, la lezione importante che i piccoli lettori faranno loro leggendo questo spassoso libretto. E ancora di più se lo leggeranno con i loro nonni.

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