Da quel 17 ottobre 2014 in cui Matera fu designata capitale europea della Cultura sono passati quasi tre anni, e ormai il 2019 non è più così lontano. È già utile adesso, nel pieno di questa avventura, ripercorrere le tappe che hanno portato la città dei Sassi a un traguardo che sembrava impensabile, battendo concorrenti blasonate: lo è non solo per i materani, ma per tutti coloro che sono curiosi di come si svolge questa competizione, del suo complesso funzionamento, dei mezzi e della determinazione che servono per arrivare in fondo.
Per questo il libro di Serafino Paternoster, che da responsabile della Comunicazione del Comune e del comitato Matera 2019 ha vissuto la gara minuto per minuto, quando i materani non avevano neanche la consapevolezza di un progetto che ha cominciato a prendere forma e a farsi largo pian piano, tra lo scetticismo e l’incredulità, fino a conquistare l’obiettivo ambizioso, per questo Le città invincibili è istruttivo.
Lo è a partire dai nomi. I tanti nomi che compongono il mosaico di Matera 2019 e che ora possono sfuggire, persi nella trasformazione di una città che appare irriconoscibile, scelta dai turisti anche internazionali quasi tutti i giorni dell’anno. Il libro, introdotto da Marino Sinibaldi - tifoso della prima ora e ideatore del festival «Materadio» che anche quest’autunno animerà strade e piazze, dal 22 al 24 settembre - è fatto degli interventi degli attori principali della sfida italiana dell’ECoC (European Capital of Culture): da Paolo Verri, il direttore della Fondazione e anima del progetto, all’allora sindaco Salvatore Adduce. Da Rossella Tarantino, voce dello sviluppo e relazioni, alla Soprintendente Marta Ragozzino, fino ai due presidenti regionali avvicendatisi negli ultimi anni, Vito De Filippo e Marcello Pittella. L’aspetto della coralità tra Matera e la regione sia come ente sia come tessuto sociale e comunitario è stato curato e alimentato nel cammino della candidatura e viene sottolineato a più riprese nei vari interventi. Ciascuno dei quali termina con il «Diario di bordo», un commento/punto della situazione dell’autore, che ricorda e incasella nel percorso storico, attraverso dati, numeri, testimonianze, quanto raccontato. Questo aiuta a dare un senso cronologico, necessario per seguire, sin dai primi sognanti passi del 2008, il cammino di Matera 2019. Compiuto, come scrive Raffaello De Ruggieri, allora nel comitato scientifico e attuale sindaco, nel nome di Cadmos, «il fondatore di Tebe che partì da Oriente per cercare la sorella Europa rapita da Zeus e in questo viaggio verso Ovest realizzò la fusione tra le culture mediterranea ed europea».
Per la città dei Sassi la svolta arriva con l’ingresso nella lista delle sei città finaliste (erano partite in 21) tra le quali la giuria avrebbe dovuto decretare la vincitrice: Lecce, Cagliari, Ravenna, Perugia-Assisi e Siena. A quel punto, era il 15 novembre del 2013, l’entusiasmo è forte e crescente, la speranza di farcela non è più solo tale, proprio quando si celebrano i 20 anni dalla tutela dell’Unesco, grazie allo studio dell’architetto Pietro Laureano (altro nome che torna, quando si parla del patrimonio unico dei Sassi).
Comincia a farsi strada l’idea di Matera capitale europea della Cultura di tutto il Sud Italia. Un sentimento diffuso (nonostante la presenza di Lecce, peraltro), che diventa un valore aggiunto rispetto alle altre concorrenti. Intanto la Fondazione elabora il dossier OpenFuture. Quello che, come riporta Paternoster, convincerà la giuria più degli altri, dando a Matera il successo alla prima votazione con la maggioranza di 7 voti su 13. Alla fine del libro sono pubblicate le motivazioni del verdetto: si legge tra l’altro che «colpiscono l’entusiasmo e l’innovatività caratterizzanti l’approccio artistico. Ci sono diversi progetti dotati del potenziale per attrarre una varia e più ampia audience europea» e che «si tratta di uno dei più limpidi esempi di programma pensato come parte di un piano strategico e non come semplice candidatura per una competizione».
Alcuni effetti concreti della capacità di andare al di là della nomina si vedono già, a partire dalla riapertura del dibattito sulla ferrovia, promosso in città dall’Associazione Matera Ferrovia Nazionale, e poi dallo sblocco dei fondi del ministero dei Trasporti a favore della costruzione della tratta Matera-Ferrandina prevista entro il 2022.
In bocca al lupo, Matera, per la tua corsa. Anche, prima o poi, sui binari.
Serafino Paternoster, Le città invincibili. L’esempio di Matera 2019, Introduzione di Marino Sinibaldi, Universosud, Potenza, pagg. 388, € 14,90
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