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Turner turista a Milano

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taccuini di viaggio

Turner turista a Milano

Veduta di Milano con le chiese di San Lorenzo, il campanile di San Giovanni in Conca e la chiesa di Sant’Alessandro (acquerello)
Veduta di Milano con le chiese di San Lorenzo, il campanile di San Giovanni in Conca e la chiesa di Sant’Alessandro (acquerello)

Joseph William Mallord Turner (1775 – 1851) - il più grande paesaggista del romanticismo inglese - visitò l’Italia in più occasioni. Nel 1802 valicò le Alpi per la prima volta ma si spinse solo fino ad Aosta. Recupererà in seguito. A più riprese, nel 1819-1820, nel 1828-29, nel 1833 e nel 1840, il vedutista tornerà nel Bel Paese per scorrazzare da Roma a Napoli, da Torino a Venezia, da Bologna a Rimini, da Ancona a Paestum. E, seppur per brevi periodi, varcherà più volte anche la cerchia dei bastioni di Milano.

Un libro di notevole interesse, redatto da Federico Crimi, si sofferma sui poco noti soggiorni di Turner a Milano, soggiorni che avvennero in quattro momenti distinti: due volte nel 1819 (19-20 agosto, 27-30 agosto), poi nel 1820 e nel 1829. In ognuna di queste circostanze il pittore sentì la necessità di immortalare in acquerelli o veloci schizzi a matita vedute e monumenti milanesi. Oggi questo prezioso materiale grafico si conserva alla Tate Modern di Londra, ma è di rara, se non inedita, visione.

Turner giunse per la prima volta a Milano il 19 agosto del 1819. Il pittore proveniva da Torino e aveva fretta di recarsi ad ammirare i grandi laghi a nord di Milano. Il 22 toccò il lago di Como e di Lugano. Il 24 e il 25 andò in visita alle Isole Borromee sul Lago Maggiore. Il 26 agosto era ad Arona, il 27 di nuovo a Milano. E qui rimase fino al 30 agosto. Il 1° settembre era già approdato a Venezia.

Turner non tenne diari di viaggio ma era solito compilare quaderni di schizzi nei quali fissava, spesso velocemente e nervosamente, vedute, panorami e monumenti che avevano attirato la sua attenzione. Dei viaggi che toccarono Milano restano tre quaderni d’appunti visivi da lui stesso intitolati Turin, Como, Lugarno (sic), Maggiore (sic), Passage of Simplon, Como and Venice. Purtroppo questi disegni non seguono gli effettivi spostamenti dell’artista, per cui molte vedute e molti dettagli di monumenti continuano a resistere a ogni tentativo di riconoscimento. E come se non bastasse, i taccuini di viaggio vennero “riordinati” nel 1909 e durante queste ardite operazioni di “riordino” accadde che alcuni dei disegni venissero separati dai taccuini e lasciati fuori, finendo col diventare vedute di città o di paesaggi del tutto irriconoscibili. Questo avvenne anche, ad esempio, per lo splendido acquerello che Turner colse dalla finestra dell’Albergo dei Tre Re di Milano, nel quale il pittore immortalò lo skyline di Milano in una infuocata alba d’agosto, con la basilica di San Lorenzo a sinistra, il campanile di San Giovanni in Conca al centro e la Chiesa di Sant’Alessandro sul fondo, quest’ultima assai caratteristica per la svettante cupola barocca e i doppi campanili. Questa Milano presa dai tetti giaceva negli archivi della Tate Modern senza riconoscimento sotto la generica titolazione di «Chiese e tetti di una città italiana». La veduta è stata riconosciuta solo poco tempo fa da Federico Crimi.

Ma Turner non si limitò a immortalare Milano dalla finestra del suo albergo. Durante i soggiorni del 1819, del 1820 e del 1829, egli si avventurò per le vie della città armato di lapis, acquerelli e taccuini, per fissare in veloci appunti a matita o in atmosferici acquerelli edifici esterni e interni della città, che oggi siamo in grado di riconoscere grazie al dettagliato repertorio dei disegni milanesi turneriani offerto da Federico Crimi nel volume in oggetto.

Crimi ha diviso il materiale grafico in quattro parti, corrispondenti ai quattro soggiorni milanesi del pittore. Ai due brevi soggiorni del 1819 risalgono, ad esempio, la veduta ad acquerello di Sant’Alessandro e varie vedute esterne e interne del Duomo, assieme alla Porta Ticinese, alla Basilica di San Lorenzo e alla Basilica di Sant’Ambrogio. Al terzo soggiorno del 1820 risalgono le vedute della Piazza dei Mercanti, della Casa degli Omenoni, di Palazzo Marino e della chiesa di Santa Maria delle Grazie (dove Turner venne certamente a visitare il Cenacolo di Leonardo da Vinci); oltre a mettere in campo altre vedute del Duomo, tratteggiate ad acquerello nella magia delle atmofere interne.

Veduta della Piazza del Duomo di Milano (disegno)

Il Duomo fu ancora uno dei soggetti prediletti del quarto soggiorno milanese del 1829, durante il quale il pittore colse la cattedrale da vari punti di vista, seguendo le strade, le “corsie” e le piazze di avvicinamento. E si soffermò di nuovo sui suggestivi giochi di luce degli interni. Ma stavolta non dimenticò di immortalare anche il Castello Sforzesco, prendendolo da est. E poi, chissà perché, si soffermò anche sul carretto di un laté (lattaio) milanese. Lo sappiamo perché il pittore, accanto allo schizzo, appuntò con britannica precisione: «Milano Milk’s Carrier».

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