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Il mondo siriaco, tormentata culla della nostra civiltà

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Il mondo siriaco, tormentata culla della nostra civiltà

Le recenti operazioni belliche in Siria, la guerra che dal 2011 funesta questa terra, i problemi sempre attivi in quella regione, non devono farci dimenticare che è stata une delle culle della nostra civiltà. Oggi la lingua ufficiale è l'arabo, la libertà religiosa è garantita (anche se la costituzione chiede che il presidente debba essere islamico), tuttavia per conoscere sviluppi e caratteristichedel cristianesimo occorre tener conto della sua storia.

Già, i cristiani: in Siria sono circa due milioni e mezzo, corrispondenti al 13% della popolazione. La loro presenza si nota soprattutto nel Nord del Paese. In questa percentuale si riflettono le antiche componenti di codesta fede: una metà appartiene alla Chiesa greco-ortodossa di Antiochia; il resto si divide tra cattolici, nelle varie comunità (maroniti, melchiti, armeni, siri, caldei eccetera); inoltre si contano pressappoco mezzo milione di credenti della Chiesa ortodossa siriaca.

Se parliamo però di “mondo siriaco”, i confini dell'attuale Stato si devono dimenticare: la cultura legata a questo nome ha toccato regioni che vanno dal Mediterraneo all'Asia Orientale. Il siriaco, una lingua di cultura che interessò l'area della Mesopotamia, fiorì tra il II e il XIII secolo della nostra era: fu il frutto dei contatti e delle contaminazioni che avvenivano ai confini dell'impero romano e partico. Si può considerare la principale tra le varietà orientali (e cristiane) dell'aramaico; il riferimento è l'antica parlata della città di Edessa (oggi Şanlıurfa, in Turchia). Non era l'idioma di uno Stato, né di un popolo, ma con la cristianizzazione conobbe uno sviluppo eccezionale, e costituisce ancora oggi la lingua classica, letteraria e religiosa di molte Chiese dell'Oriente.

Insomma, accanto al latino e la greco, è la terza voce del cristianesimo; ebbe le radici nell'ellenismo, si arricchì con discendenze dei popoli del vicino Oriente e dei semiti.

Ora due studiose francesi, Françoise Briquel Chatonnet e Muriel Debié, hanno pubblicato presso la prestigiosa casa editrice parigina Les Belles Lettres un libro riccamente illustrato dal titolo “Le monde syriaque. Sur les routes d'un christianisme ignoré” (pp. 272, euro 25,50). In esso ricostruiscono la cultura siriaca, i passi del cristianesimo in quelle terre, le vicende storiche con l'impero persiano, i bizantini e altro.

Momenti di notevole interesse si trovano nelle pagine sui solitari, perché questa fu una cultura ricca di monaci; oppure ecco i luoghi e le teologie dei primi concili ecumenici, l'arrivo dell'Islam, sapienti e autorità religiose che possedevano qualità immense, come Michele il Grande (XII secolo), autore delle più estese cronache medievali composte in lingua siriaca, patriarca, vescovo, predicatore.

Il libro edito dalle Belles Lettres giunge ai nostri giorni, ricordando deportazioni e genocidi. E mostrando una storia che qualcuno sta ancora scrivendo.

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