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Michel de Nostredame, una manna per l’editoria

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Michel de Nostredame, una manna per l’editoria

C'è un autore sul quale è stato detto di tutto e anche il contrario di quanto forse lui stesso ha pensato: Nostradamus. Il numero dei libri che lo riguarda aumenta continuamente e le interpretazioni delle sue profezie, a quasi mezzo millennio dalla scomparsa, possono riempire diverse biblioteche.

Soltanto l'attuale mercato librario italiano propone oltre 400 titoli che trattano delle sue predizioni, offrono percorsi per risolverle o metodi per capirle; e via di questo tono. Ci sono romanzi, ricostruzioni, traduzioni, biografie; insomma non manca nulla, nemmeno opere nate dalle più discutibili fantasie.

Chi era Nostradamus e perché parlare ancora di lui? Il suo nome è una forma latinizzata di Michel de Nostredame (Saint-Rémy 1503 - Salon 1566), al secolo medico e astrologo, nato in una famiglia ebraica convertita al cattolicesimo. Studiò filosofia ad Avignone e medicina a Montpellier. Dopo aver svolto con capacità la sua professione, attirando anche invidie e ire da parte dei colleghi medici, si ritirò dedicandosi a ricerche sui farmaci. Infine, decise di consacrare il suo sapere ai pronostici astrologici. Con essi ottenne il successo. Caterina de' Medici fu sua ammiratrice; anzi, quando una quartina delle “Centurie” avrebbe confermato la tragica fine di Enrico II, la sua fama divenne mitica.

Si devono a Nostradamus i primi esperimenti di almanacchi moderni, contenenti previsioni meteorologiche. In tal caso sarà imitato in gran parte d'Europa e la sua fortuna non conoscerà limiti di tempo, come provano nell'800 Mathieu de la Drôme, poi i settecenteschi Barbanera e Pescatore di Chiaravalle, il novecentesco Frate Indovino.

Ora Paolo Cortesi, scrittore e saggista, curatore di un'edizione delle “Profezie”, pubblica presso l'editore Carocci di Roma un saggio dal titolo “L'officina di Nostradamus” (pp. 184, euro 17). In esso ricostruisce il mondo intellettuale e la cultura in cui visse il celebre astrologo, per ricordare che non ha davvero previsto – come taluni esegeti desidererebbero – le guerre mondiali o l'assassinio di Kennedy o la vicenda delle Torri Gemelle.

Cortesi analizza le fonti di Nostradamus e riconduce le sue “Profezie” alla dimensione storica che le ha viste nascere. Il messaggio originario dell'astrologo trova, in tal mondo, sintonia con il XVI secolo più che con il futuro. In genere, poi, le famose quartine rivelano un certo fatto dopo che si è compiuto e gli esegeti giocano con l'interpretazione di un testo che sembra evidente a cose avvenute, non prima.

Certo, ci sarà chi è contrario a quanto affermiamo, ed è convinto che il medico e astrologo francese sia stato migliore di certi suoi critici o interpreti. La questione è aperta. Siatene sicuri: usciranno altri libri sull'argomento.

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