Donne spesso dimenticate dalla nostra Storia e rose create da vivaisti che ne ricordano la grandezza: dove non arrivano la società e la politica, arriva la botanica. Serena Dandini - esperta “giardiniera” - ha selezionato 34 protagoniste cui sono associate altrettante varietà di corolle, raccontandole nel Catalogo delle donne valorose (Mondadori): «Si può tranquillamente dire che gli elenchi dei produttori di questi fiori così diffusi e amati, per azzardo, rendano finalmente giustizia alle personalità femminili più di tante biblioteche altolocate», scrive l’autrice nell’introduzione.
Come darle torto? Il libro si apre con Ilaria Alpi, la giornalista del Tg3 uccisa in Somalia, cui è dedicato un esemplare creato nel 2014: «Petali bianchi che sul finire della fioritura si tingono di rosa cipria sulle punte. L’arbusto presenta un portamento eretto». Proprio come dritta e rigorosa era Alpi, che ha pagato con la morte la sua professionalità e la ricerca di una verità scottante.
La carrellata si chiude con un’altra italiana, Monica Vitti (ci sono anche Grazia Deledda, Carla Lonzi e Irma Bandiera), attrice emblema del nostro cinema, Leone d’Oro alla carriera. Tra loro si susseguono biografie di intellettuali, attiviste, scrittrici, cantanti, pittrici, matematiche, di diverse ere (non poteva mancare certo Ipazia) e continenti, alcune premiate almeno dalla fama (c’è più di un premio Nobel), altre morte nell’oblio e sepolte dall’ingiustizia contro la quale combattevano. Come Olympe de Gouges, la rivoluzionaria che sfidò i reazionari della Rivoluzione francese lottando per l’emancipazione della donna e scrivendo, nel 1791, una modernissima Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina. Fu ghigliottinata per aver fatto affiggere sui muri di Parigi un manifesto contro Robespierre. Beffardo il necrologio del «Moniteur Universel»: la dipinge come una cospiratrice che «ha voluto essere Uomo di Stato, e la legge ha punito per aver dimenticato le virtù che convengono al suo sesso». La sua è una rosa rampicante che può arrivare fino a 4 metri di altezza, dal colore rosa scuro, creata da Jean-Pierre Vibert nel 2001.
Sfumano invece nell’albicocca i petali dedicati ad Angela Davis, femminista afroamericana, i cui poster che la ritraggono con l’inconfondibile capigliatura - scrive Dandini - negli anni Settanta erano secondi solo a quelli di Che Guevara, il cui attivismo antirazzista ha segnato un’epoca (è solo una ragazza quando scoppia una bomba nella chiesa principale di Birmingham in Alabama, la sua città, frequentata da neri). Per venire ai nostri giorni, la storia dell’iraniana Maryam Mirzakhani, genio della matematica, è lì a confutare l’idiozia che le bambine non sono portate per i numeri. Vince a 37 anni la medaglia Fields (riconoscimento prestigioso quanto il Nobel): quando va a ritirarla, è già malata di quel tumore che a 40 anni la porta via.
Ogni ritratto è preceduto dal collage di Andrea Pistacchi e mostra la rosa collegata alla figura di cui si parla, con una breve scheda illustrativa. Un elemento di originalità che distingue questo libro dai tanti di analogo respiro che sono usciti negli ultimi anni (uno per tutti, Scandalose, di Cristina De Stefano, Rizzoli): agili, senza la pretesa di contenuti esaustivi, con scelte più o meno indovinate, rivolti a un pubblico ampio, soprattutto a quelle ragazze (e, perché no?, ragazzi) che non hanno grandi probabilità di imbattersi nella conoscenza di questi profili. Con la speranza, scrive ancora Dandini, che «ogni minuscola goccia in questo mare di oblio possa servire a ristabilire un millenario squilibrio, anche se, come afferma provocatoriamente Madeleine Albright, primo segretario di Stato donna degli Stati Uniti: «C’è un enorme spazio al mondo per gli uomini mediocri, ma non ce n’è alcuno per le donne mediocri». Avanti, dunque, o valorose.
il Catalogo delle donne
valorose
Serena Dandini
Collages di Andrea Pistacchi,
Mondadori, Milano, pagg. 288, € 19
© Riproduzione riservata