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Un dizionario per la decrescita felice

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Un dizionario per la decrescita felice

Qualcuno sostiene che abbia perso smalto. Altri, invece, che si stia diffondendo capillarmente nel mondo. Altri ancora, la abbinano a una tendenza politica o a una diversa visione della natura e dell'uomo. Difficile inventariare quanto si dice sulla decrescita.
Se si volesse essere neutri, ammesso che sia possibile, si potrebbe ricorrere al “Dizionario Treccani” e riportare l'inizio della voce dedicata a tale fenomeno: “Modello di sviluppo localistico basato su riduzione dei consumi, autoproduzione e autoconsumo dei beni, teorizzato dall'economista e filosofo francese Serge Latouche (nato nel 1940), in contrasto con l'idea universalistica secondo cui la crescita trainata dalle economie sviluppate produce sempre e per tutti effetti positivi a lungo termine; in senso concreto, diminuzione, riduzione della crescita, rinuncia alla crescita”.

Non è il caso di opinare sulla decrescita, criticarla o esaltarla; segnaliamo soltanto che la casa editrice Jaca Book, particolarmente attenta a tale tendenza, ha pubblicato un libro - definito il “reference book” – con oltre cinquanta lemmi dal titolo “Decrescita. Vocabolario per una nuova era” (pp. 320. Euro 22). E' a cura di Giacomo D'Alisa, Federico Demaria, Giorgios Kallis; inoltre offre un prologo di Luciana Castellina.
Tra coloro che hanno scritto le voci non manca Serge Latouche (“Decolonizzazione dell'immaginario” e “Pedagogia delle catastrofi”) o la ricercatrice bulgara Filka Sekulova, che lavora all'Università di Barcellona, e ha firmato la parte dedicata dedicata alla “Felicità”.
Il volume rivela non pochi aspetti della contemporaneità e può aiutare a capire talune prese di posizione, che sovente qualcuno cataloga tra le assurde. Si parla di “Giustizia ambientale” o di “Limiti sociali della crescita”; la voce dedicata al “Pil”, di Dan O'Neill, sostiene tra l'altro che “è un sistema creato in un'epoca in cui le sfide che la società doveva affrontare erano ben diverse da quelle di oggi”.
Un lemma è dedicato ai “Sindacati” e l'ha scritta Denis Bayon. Comincia con queste parole: “Nei paesi occidentali – e in gran parte del mondo – i principali sindacati dei lavoratori si oppongono alla decrescita economica per ragioni storiche e pragmatiche”. Un altro tratta gli “Indignados”, che si sono fatti conoscere per le proteste contro le politiche di austerità e gli elevati indici di disoccupazione; non manca, anzi chiude i lemmi, un testo per “Ubuntu”, scritto da Mogobe B. Ramose. In tal caso si tratta di una filosofia dei popoli africani di lingua Bantu, alla cui base vi è la convinzione “che il movimento è il principio dell'essere”. Per tale motivo, proprio attraverso il movimento tutti gli esseri viventi esistono in un incessante, complesso fluire di interazioni.
Qualcuno potrebbe notare che Eraclito, il filosofo greco vissuto cinque secoli prima di Cristo, sostenne qualcosa del genere. Sarà. Ma questa è un'altra storia e non mancherà occasione per raccontarla.

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